18a Domenica ordinaria, 03.08.2014
Gesù prese i pani, alzò gli occhi al cielo, li benedisse e
li spezzò,
li diede ai Discepoli e i Discepoli alla folla
La Parola di Dio sazia la fame di ogni vivente
Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni
Parola
che esce dalla bocca di Dio! Il
canto che ci prepara alla proclamazione e all’ascolto del Vangelo,
citazione del Dt 8,3, completata da Gesù con l’aggiunta ‘ma di
ogni Parola che esce dalla bocca di Dio’, Mt 4,4b, illumina e
guida tutta la Liturgia: la Parola di Dio è il vero cibo che
soddisfa ogni desiderio e ogni fame! Solo Dio Amore, mediante il
Figlio, Parola Incarnata e Vivente, che è morto ed è risorto per
noi, può soddisfare pienamente e definitivamente la fame e la sete
di amore e di felicità che ha posto nel nostro cuore. Una fame e una
sete che lo stesso Gesù fa rinascere sempre in noi e solo la sua
Persona, Acqua Viva e Pane di Vita, può saziarle. Questa fame
e questa sete Gesù, saziandole, le fa rinascere sempre, fino
a quando Egli verrà e solo ‘allora, non avremo più fame né più
sete’ (Ap 7,16). La fame e la sete dell’uomo non sono saziabili
con i beni materiali comprati col denaro! Dio sazia i Suoi figli con
il dono del Figlio: li nutre di grazia e verità, di vita e gioia, di
pane di vita eterna e vino di salvezza, di libertà e dignità, di
tempo e di eternità. Solo la Parola di Dio e il Suo Pane possono
saziare tutta la nostra fame e la nostra sete. Dobbiamo cercare e
andare alla vera fonte per placare la nostra sete e cercare il vero
cibo, quel vero Pane e quella Parola efficace che colma e sazia ogni
nostro profondo desiderio. Gesù, con la Sua Parola e il Pane
moltiplicato sazia, e non solo sfama tutta la gente, coinvolge nel
Suo operare i discepoli, caricandoli di responsabilità nel servizio:
Datelo e Distribuitelo! Mai, deve venir meno la
fiducia in Dio provvidente, tenero e buono verso tutte le Sue
creature, che a Lui rivolgono lo sguardo (gli occhi) e
tendono le mani, per accogliere dalla Sue che si aprono sempre a
saziare ‘la fame di ogni vivente’ (Salmo). Gratuità del dono
della Parola e del Pane: Venite e Mangiate senza denaro
(prima Lettura). ‘Date voi stessi da mangiare’! Gratuitamente
avete ricevuto, gratuitamente date! Distribuite il pane che IO ho
benedetto, ho moltiplicato e ho spezzato! Non appropriatevene,
dovete semplicemente mangiarne e distribuirlo. Servite la mensa, non
vi servite della mensa! Gesù ci chiama in causa! Egli ha
moltiplicato il pane per moltiplicare l’amore tra di noi. Sazia
questa nostra fame Signore, di Te, verità assoluta, amore infinito,
vita senza fine! La Parola oggi vuole farci crescere nella
‘compassione’ verso i Poveri del mondo, gli Affamati di pace e gli
Assetati di giustizia, nella gratuità, nell’ascolto e nella fiducia
e vuole aprirci alla disponibilità incondizionata e cura premurosa
verso i bisogni degli altri! Gesù si commuove profondamente e
visceralmente davanti ad una folla affamata, prima di verità e, poi,
di pane, e risponde saziando l’una e l’altra fame! Noi, di fronte
alla tragedia della fame nel mondo, continuiamo a gozzovigliare e
anche a sprecare ‘i pezzi avanzati’! Dobbiamo tutti liberarci dalla
logica del ‘potere d’acquisto’ per convertirci alla civiltà della
‘gioia del donare’, del ‘distribuire’ e ‘condividere’ insieme. La
prima Lettura e il Vangelo ci invitano ad abbandonare la mentalità
consumistica che accresce il potere d’acquisto per passare alla
cultura della gratuità e della gioia del donare senza guadagno,
essendo questo bene più raro e cibo più succulento e più gustoso! I
discepoli, nel Vangelo, sono anch’essi soggiogati da soluzioni
realistiche (è sera, il luogo è deserto, è ormai tardi!) e
prigionieri della logica dell’economia: ‘congeda la folla perché
vada a comprarsi il pane e a procurarselo con i soldi’! Vogliono
liberarsi dalla folla per loro fastidiosa presenza, quella comunità che Gesù,
invece, vuole raccogliere attorno a Se per sfamarla gratuitamente di
parole di vita e di pane m
oltiplicato in abbondanza. Le dodici
ceste sono piene di ‘pezzi’ (v 20) e non di pani ‘interi’! Nutre
il pane che spezziamo per condividerlo, non il pane che
vendiamo o compriamo! Il pane è benedetto quando lo
spezziamo per sfamare i poveri e gli indigenti con gratuità e
giustizia, felici e grati per il senso e la gioia che questo
conferisce alla nostra vita! Alla logica della dispersione
dei discepoli, Gesù contrappone quella dell’unità; a quella legata
al commercio, quella del dono e della gratuità. Perciò ci dice Gesù:
“non occorre che vadano! Voi stessi date loro da mangiare” (n
16).
Non devono, soltanto, distribuire
il pane spezzato, ma, devono, anche, donare se stessi!
ultimo aggiornamento:
04/08/2014 - 14:35