19a Domenica ordinaria, 10.08.2014

Signore, salvami!

Coraggio, sono io, non abbiate paura
Sul finire della notte, Gesù andò verso di loro, camminando sul mare.
Il Signore si rivela nel silenzio e nella notte, nella tempesta del dubbio e nel cuore agitato e sconvolto dal vento contrario. Sono Io, coraggio, non un fantasma! Se sei Tu, Comandami di venire verso di Te sulle acque. Vieni! Ma si impaurì per il vento forte e cominciò ad affondare. Signore salvami! La mano di Gesù si tende verso di lui, l’afferra e, amabilmente, prima lo conferma e lo conquista di nuovo con il Suo sguardo di amore e, poi, gli dice il perché stava per affondare: hai poca fede, per questo hai dubitato e hai rischiato davvero di affogare! Gesù riporta Pietro sulla barca e vi sale anche Lui e, solo allora, il vento cessò! Tutti, allora, si prostrano e confessano: ‘davvero Tu sei Figlio di Dio’! Quando finisce la nostra notte di paura e di angosce che sembra non voler finire mai? Quando riconosceremo che è Lui e non un fantasma che viene incontro a tenderci la mano per non lasciarci affondare e affogare. Nella notte spirituale riconosce, Elia, il suo Dio che parla al suo cuore con la ‘voce’ del silenzio sottile. È nel silenzio della notte che possiamo ascoltare cosa il Signore vuole dirci e invocare la Sua misericordia (Salmo), convinti, come Paolo, che l’amore che Dio nutre per noi, continua ad offrirlo nella fedeltà ad Israele, anche se ancora non ha riconosciuto il Cristo come Suo Figlio, mandato nella carne a salvare il mondo intero (seconda Lettura). L’avventura della fede non finisce mai! Ogni giorno deve affrontare la sua tempesta e la sua prova-verifica, deve confrontarsi e sfrondarsi, accrescersi e purificarsi nel crogiolo del fuoco ardente, tra venti contrari e ostili e marosi minacciosi e paurosi! Niente potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù (Rm 8,35). L’amore di Cristo per noi, infatti, non verrà mai meno! Ed è questo Suo amore che ci rende vittoriosi, anzi “supervincitori”, e se restiamo radicati “in Cristo Gesù” (v 39), anche Noi saremo ‘supervincitori’, “per virtù di Colui che ci ha amati” (v 37). Anche Il silenzio di Dio va ‘ascoltato’! Egli, infatti, si fa sentire da Elia con la Sua voce di silenzio sottile! Se il profeta non avesse fatto silenzio dentro di sé e non avesse affilato l’udito, mai avrebbe potuto ascoltare la chiamata di Dio ad ‘uscire’ dalla grotta buia della sua rassegnazione, rabbia e paura, mai si sarebbe fermato sul monte e mai avrebbe percepito la presenza del Signore che passava! Quante volte Dio ci parla con la voce del silenzio, perché non sappiamo creare quel silenzio che Gesù cerca per salire, da solo, sul monte a pregare! Dal silenzio nasce l’ascolto che genera la fede e la fa maturare! Il tuono, il turbine e il fragore del mare tempestoso fanno scambiare Gesù per un fantasma, l’amico in nemico, ti fanno affogare nella paura mortale e nel dubbio straziante! Perciò, viene Gesù verso di noi, tutti impauriti e smarriti per il vento contrario, abbandonati a noi stessi e in balie delle onde minacciose delle acque sulle quali cammina decisamente Gesù, il Vincitore del peccato e della morte. Egli viene in nostro soccorso e noi lo scambiamo per un fantasma! E la paura diventa terrore e le grida più deliranti! Dobbiamo riconoscerci tutti uomini di poca fede! Per fortuna che il Suo amore è più grande della nostra miseria: ci tende le mani, ci afferra e ci salva, facendoci salire nella Sua barca, che mai potrà affondare se ci sarà Lui! Egli sale sul monte e vi resta a pregare tutta la sera! Cosa si sono detti in quella intimità i due, Padre e Figlio, l’Evangelista non lo dice! Ma non è difficile immaginarlo per chi conosce, almeno, un po’ Gesù e il Padre. Il Padre, certamente, avrà assicurato il Figlio che, nell’imminente prova (Passione e Morte) non lo avrebbe mai abbandonato e lasciato solo! Intanto, gli dice che la lunga giornata non è terminata ancora! C’è da far capire a Pietro e agli altri che, senza di Lui, si fa acqua da tutte le parti e si affonda inesorabilmente; che devono crescere, ancora molto, nella fede-fiducia, altrimenti, rischiano di scambiarlo per un fantasma minaccioso e pauroso; devono sapere che quando c’è Lui, la barca non può naufragare e il vento cessa immediatamente ad un Suo comando e anche la tempesta più pericolosa e minacciosa, con Lui si fa ‘bonaccia’! Bisogna crederLo, però, con il cuore e la mente e con tutta la persona: bisogna prostrarsi per riconoscerlo quale Egli è veramente: il Figlio di Dio!

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ultimo aggiornamento: 07/08/2014 - 18:16