4a Domenica di Pasqua, 11.05.2014
Io sono il Pastore delle pecore
le faccio uscire, cammino avanti ad esse
e le pecore mi seguono perchè, riconoscono la Mia voce

Io sono la Porta delle pecore
se uno entra attraverso Me, sarà salvato:
entrerà e uscirà e troverà pascolo delle pecore

La porta è il passaggio obbligato per entrare e superare un muro. ‘Spazio aperto’ in un muro invalicabile, quindi, unica via di uscita per nuovi orizzonti di libertà, di nuova creatività e di nuove possibilità! C’è, poi, una porta larga che introduce alla perdizione e quella stretta della Croce che ci fa entrare nella salvezza. Il Risorto, che apre il sepolcro e ne lascia la porta aperta, entra a porte chiuse e si presenta come la Porta della vita dell’ovile delle pecore, che possono uscire verso i pascoli erbosi e vogliono entrare nella vita piena. Gesù è la Porta Aperta per uscire da una vita spenta e smorta ed arrivare alle sorgenti della vita eterna. Entriamo insieme, dunque, per la Sua porta e lasciamoci condurre e guidare da Lui, Porta dell’ovile accogliente e sicura, Pastore bello e buono, fedele ed affidabile, che conosce tutto di noi e, perciò, ci chiama per nome. Dio, il Padre, mi ha donato Suo Figlio, il Pastore buono che mi chiama per nome, mi guida e mi indica qual è la vera porta per entrare nella vita ed uscire dalla morte! Quando mi decido ad ascoltare la Sua voce e ad imparare a distinguerla da quella dei ladri e briganti? Quando mi lascerò condurre ai Suoi pascoli e alle Sue sorgenti? Sono convinto che la Porta della Misericordia è sempre aperta per me, nonostante le mie infedeltà e tradimenti? Seguire (ascoltare) la voce del Pastore, lasciarsi guidare e condurre, riunire e accompagnare per giungere alla soglia della salvezza, bussare con fiducia alla Sua porta ed entrarvi per godere in pienezza della Sua vita! Gesù, Pastore unico e Porta unica! Solo attorno a Lui il gregge è unito ed è al sicuro, e solo attraverso di Lui, la Porta, può uscire per raggiungere i pascoli eterni ed entrare nella vita della salvezza. Gesù Cristo, Porta sempre aperta e spalancata, accogliente verso tutti! Le nostre porte, invece, spesso restano chiuse e serrate per gli altri! Le porte chiuse del lavoro, della giustizia, dell’uguaglianza, delle pari dignità e opportunità. Porte serrate per chi bussa e chiede pane, affetto, ascolto e comprensione. Porte chiuse, sempre più sbarrate, per chi si è smarrito, magari anche per colpa nostra, e vorrebbe ritornare all’ovile. Porte chiuse per quanti sono incappati in briganti e ladri, per carcerati e drogati, per perdenti lavoro e disoccupati, i quali vorrebbero che qualche porta si aprisse sul loro oscuro futuro! Gesù, Porta sempre aperta, abbatti queste nostre porte chiuse in faccia ai fratelli per i quali Tu sei morto e risorto. Spalanca le porte chiuse della Tua Chiesa! Sì, porte ancora sbarrate a quanti, già feriti e provati, bussano, come loro ultima possibilità di vita, alle porte della Tua chiesa! Ma come possiamo, noi semplicemente servitori e amministratori della Grazia chiudere in faccia la Porta, che è Cristo, il Quale ci ha comandato di tenerla sempre aperta? Come possiamo permetterci di sbattere la Porta della Misericordia in faccia ai peccatori che bussano disperati e feriti dalla vita, come i divorziati e i separati? Chi siamo noi ad emettere sentenze spietate e senza appelli? Quando chiudiamo la porta, siamo noi i veri ladri e briganti, assassini e criminali! Papa Francesco, proprio oggi (8 maggio 2014), nell’Omelia mattutina, ce lo ha ricordato con parole chiare e inappellabili: Chi nella Chiesa e' chiamato ad amministrare i Sacramenti deve lasciare spazio alla Grazia di Dio e non porre ostacoli di tipo burocratico. Affidarsi alla Grazia: è più importante la Grazia che tutta la burocrazia”. “Tante volte noi in Chiesa siamo una ditta per fabbricare impedimenti, perché la gente non possa arrivare alla grazia. Che il Signore ci faccia capire questo”.
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