27a Domenica Ordinaria, 04.10.2015
L’amore coniugale secondo il cuore di Dio
Mistero e responsabilità
Dio è amore e fedeltà, a questo i figli Suoi, Sue amate
creature, sono prescelte, chiamate e predestinate.
L’uomo non può dividere quello che Dio ha congiunto.
Il Suo disegno e la Sua volontà su di noi è la COMUNIONE con
Lui e tra di noi. Il fine stesso della nostra vita,
nonostante la nostra fragilità e l’indurimento del nostro
cuore che, perciò, ha bisogno di continua conversione e
purificazione, è la COMUNIONE con Dio, con i fratelli e
l’armonia con tutto il creato. Cuore sincero e fiducioso,
occhi limpidi e sereni da bambini, per accogliere e
comprendere la bellezza della fedeltà e il vero senso
dell’amore umano (Vangelo), che ci richiama e
riconduce a quella comunione originaria voluta dal
Creatore e che rimane il segno sacramentale della Sua
continua e amorosa presenza in noi (prima Lettura),
la cui fonte è in Cristo, sommo e unico Sacerdote, che
santifica, guida alla comunione e conduce alla salvezza
tutti i Suoi fratelli, rendendoli figli di Dio, Suo Padre (seconda
Lettura). La comunione tra la donna e l’uomo è il
sacramento, segno vivo, cioè, della comunione sponsale di
Dio con il Suo popolo e di Gesù Cristo con la Sua Chiesa,
Suo Corpo del quale Egli ne è il Capo. Il verbo chiave
della Parola di oggi è ACCOGLIERSI! Il Figlio di
Dio ci ha accolto e reso Suoi fratelli,
accogliendo la nostra carne per condividere la nostra
natura e per purificarla e liberarla dal peccato e dalla
morte. Nel Vangelo, Gesù, il Quale si fa carne come noi e
non se ne pente e né se ne vergogna, ci insegna e comanda di
accogliere la Sua Parola e il Regno di Dio,
accogliendo i bambini, cioè, gli ultimi. Accogliersi
reciprocamente è una necessità creaturale di ogni
persona umana, la quale ha bisogno di un ‘TU’ da cercare ed
incontrare, per dialogare ed entrare in comunione e per
ritrovare il proprio ‘IO’ e realizzarlo insieme al ‘TU’,
nell’arricchimento reciproco del donarsi e spendersi l’uno
per l’altro, seguendo e obbedendo alla Legge, che il
Creatore ha messo nel cuore della Sua creatura, ‘fin dal
principio’, affinché possa raggiungere la sua pienezza
umana nella reciprocità e comunione.
Accogliersi è ‘per
sempre’ nella scelta della comunione di vita nel
Matrimonio, nella bellezza del Disegno originario del
Creatore (prima Lettura), senza, però, nascondere le
molte difficoltà inerenti alla scelta stessa, le sue
problematiche, le sue crisi profonde e dolorose, fino alla
rottura definitiva del rapporto, con il ripudio e
il divorzio. È bandito dal Vangelo ogni nostro moralismo
e condanna personale. Il nostro compito è prendersi cura
della loro sofferenza, amarli più di prima e aiutarli con la
comprensione a rialzarsi per riprendere il cammino e
‘tornare
alla fonte’ del progetto originario del Creatore,
quanto tutto ‘era cosa bella e buona’.
La Parola di Gesù, oggi, a questo ci invita e attende
da noi tutti che crediamo e ‘sposiamo’ questo Suo progetto
di amore e com
unione.
ACCOGLIERSI come dono e
al mutuo DONARSI di due persone, nell’assoluta
completezza di anima e di corpo. Come persone e dono, non
come oggetto e schiavi. La pienezza della libertà, infatti,
si esprime nel dono di sé che accoglie il dono dell’altro e,
in questa comunione, l’IO si compie e trova la sua vera
identità e missione nel TU dell’altro.
L'uomo si fa IO nel TU (M. Buber).
Ultimo aggiornamento: 01/10/2015 - 22:13