4a Domenica di Pasqua, 17.04.2016
Noi siamo Suo popolo, gregge che Egli guida
Conoscere, ascoltare, seguire
Gesù, buon Pastore, ci conosce e
ci ama fino in fondo e dà la Sua vita per noi, Suo gregge.
Noi, Sue pecore, dobbiamo individuare, dal timbro di amore,
la Sua voce, unica ed inconfondibile, essere pronti ad
ascoltarla fino in fondo e ad obbedirla nella sequela
fiduciosa e gioiosa, perché ci sentiamo amati e, perciò,
protetti e sicuri che nessuno potrà rapirci dalle mani Sue e
del Padre che Lo ha mandato a noi (Vangelo). La
Salvezza è per tutti, è offerta a tutte le nazioni, ai
Giudei e ai Pagani: per far parte del gregge degli ELETTI è
necessario non solo CONOSCERE, ASCOLTARE e OBBEDIRE-SEGUIRE
la Voce del Pastore, con abbandono e fedeltà (prima e
seconda Lettura), animati e sorretti dalla certezza
che Egli ci conosce e ci ama da sempre. Noi dobbiamo
riconoscerLo ed accoglierLo quale Egli è davvero: il Figlio
che il Padre ha mandato a noi, quale Salvatore e Pastore
buono, che ci guida ai pascoli della Misericordia e della
Vita Eterna. Il Padre ci manda il Figlio, Salvatore e
Redentore, e ci dona lo Spirito che ci ricolma dei Suoi
santi doni: il consiglio, la sapienza, l’intelligenza, la
fortezza, il coraggio di voltare pagina e vedere il mondo,
nelle sue trame oscure e drammatiche, con gli occhi di Dio
pietoso e misericordioso, leggervi, dentro la Sua misteriosa
presenza, che tutto Egli dirige secondo il Suo amore e
credere, con tutto l’intelletto, oltre che con il cuore, che
siamo in buone mani, nonostante i nostri sfaceli.
Lo SPIRITO
stesso è il DONO di Dio per eccellenza (Gv 4,10); chi riceve
ed accoglie lo Spirito è arricchito dei Suoi santi doni!
Come GESÙ è il
DONO più grande che Dio ci fa: accogliendo
Lui, accogliamo la Sua Misericordia, la Sua gioia, la Sua
pace, la Sua salvezza, il Suo TUTTO! I DONI particolari,
però, sono dati a ciascuno per il Bene e la
Salvezza di
TUTTI.
Chi SONO I CRISTIANI (Battezzati - Cresimati)? Non
certamente chi crea e fonda la propria fede sul ‘faccio
da me’! Gli inventori e cultori del ‘fai da te’,
mai potranno diventare cristiani! Diventa cristiano,
invece, chi sa individuare e distinguere la voce del
Vangelo-Gesù e Lo ascolta e Lo segue, riconoscendoLo Figlio
di Dio, il buon Pastore mandato a donare la Sua vita per il
gregge! Chi vuole diventare discepolo di Gesù, perciò, deve
prima, sentirsi amato per riconoscere la Sua voce e, poi,
obbedirla mettendosi nella sequela fedele e gioiosa dei Suoi
passi che conducono alla vita eterna. I verbi del Vangelo,
Ascoltare, Conoscere, Seguire (Gv 10,27), sono di
RELAZIONE
filiale con il Padre, il Quale ci ha mandato il Figlio e
alle Sue mani ci ha affidati. Ci ha messo nelle Sue mani,
dalle quali nessuno mai potrà strapparci e separarci. Ci ha
donato il suo Spirito che fa di noi una cosa sola, come il
Padre e il Figlio sono una cosa unica. Sono i VERBI
dell’amore che ti conosce da sempre, ti parla per
raggiungere il cuore e ti guida con sicurezza e bellezza!
Dunque, sono i verbi che possono cambiarci la vita!
CONOSCERE, ASCOLTARE, SEGUIRE! Il Cristiano ‘maturo’ è colui
che sa, desidera e sceglie di distinguere la Sua voce e non
coprirla con la presunzione e il vanto di saper ‘parlare con
Dio’, ma, solo e sempre, per chiedere e pretendere in
momenti di bisogno o per lamentarsi. L’ascolto della Sua
voce, infatti, non si limita all’udirla, ma a riconoscerla,
dal suo tono dolce e dal suo timbro amorevole e invitante,
tra tanti sibili e fischi, che incutono terrore e
confusione, ad obbedirla con fiducia e a seguirla con gioia!
Chi vuol diventare vero e maturo cristiano, dunque, deve
saper distinguere la Sua voce da tutte le altre ingannevoli
e menzognere, deve ascoltarla nella sua interezza per
seguirla ed obbedirla (ob-audio) nella fedeltà e fiducia
incondizionata. Il facile cristianesimo ‘fai da te’,
miracolistico e devozionalistico, risponde solo al bisogno
di inventarsi e fabbricarsi ‘idoli’ per farti sentire a
posto, ma solo per illusione, con la coscienza! Sappiamo,
poi, che non è tanto difficile addomesticare la propria
coscienza, soprattutto, quando ci si lascia dominare da
questa mentalità del ‘fai da te’, così tanto diffusa
e contagiosa! Noi TUTTI siamo chiamati a vivere immersi nel
fiume della Misericordia del Padre e sotto la guida amorosa
e paziente del Figlio, unico Pastore, che ha dato e dona la
Sua vita per ricondurci al Padre! NOI, popolo di Dio, gregge
che il Risorto vuole guidare e condurre alla vita piena ed
eterna, dobbiamo non solo riconoscere la Sua Voce, tra tanto
vociare confuso e deviante, ma sentirci conosciuti e,
perciò, amati da sempre. Siamo Suo gregge, siamo nelle Sue
mani e nelle mani del Padre Suo: chi mai potrà staccarci dal
Loro amore pietoso e misericordioso?
CRISTO, il Figlio,
Pastore buono e Agnello, immolato per noi, e Dio, il Padre,
misericordioso e pietoso,
Entrambi si sono chinati su di noi
ad asciugare tutte le lacrime dai nostri occhi e a colmare
il vuoto dei nostri cuori. Sentiamo il calore e la forza
delle quattro mani materne che stringono le nostre mani
tremanti e cadenti! Ci afferrano e ci stringono, ci
sollevano e ci rialzano, ci sorreggono e ci conducono, ci
accarezzano e ci abbracciano: sono le Mani del Figlio e del
Padre! Chi mai potrà strapparci dalle Loro mani o separarci
dal Loro amore?
Ultimo aggiornamento: 14/04/2016 - 17:04
“Abbiamo
sempre bisogno di contemplare il mistero della Misericordia. È
fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra
salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della
SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il
quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge
fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda
con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della
vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché
apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre
nonostante il limite del nostro peccato” (MV n 2). “L’architrave
che sorregge la vita della Chiesa è la Misericordia. Tutto della
sua azione pastorale dovrebbe essere avvolto dalla tenerezza con
cui si indirizza ai credenti; nulla del suo annuncio e della sua
testimonianza verso il mondo può essere privo di Misericordia.
La credibilità della Chiesa passa attraverso la strada
dell’amore misericor-dioso e compassionevole... La tentazione,
da una parte, di pretendere sempre e solo la giustizia ha fatto
dimenticare che questa è il primo passo, necessario ed
indispensabile, ma la Chiesa ha bisogno di andare oltre per
raggiungere una meta più alta e più significativa. Dall’altra
parte, è triste dover vedere come l’esperienza del perdono nella
nostra cultura si faccia sempre più diradata. Perfino la Parola
stessa in alcuni momenti sembra svanire. Senza la testimonianza
del perdono, tuttavia, rimane solo una vita infeconda e sterile,
come se si vivesse in un deserto desolato. È giunto di nuovo per
la Chiesa il tempo di farsi carico dell’annuncio gioioso del
perdono. È il tempo del ritorno all’essenziale per farci carico
delle debolezze e delle difficoltà dei nostri fratelli. Il
perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il
coraggio per guardare al futuro con speranza” (MV 10)