19a Domenica Ordinaria, 11 Agosto 2019

Signore, insegnami a credere, come Tu credi, purifica la mia fede e aumenta in me la Tua fede. La fede, come la speranza e la carità, sono primariamente doni di Dio, che sollecitano la nostra responsabilità a vivere la nostra vita nella costante vigilanza, operosa e generosa, protesi verso Dio, a servizio dei fratelli, uscendo dal ripiegamento su noi stessi e dal servizio dei nostri interessi ed egoismi.
La Vita come Pellegrinaggio verso la Liberazione definitiva, guidati e protetti da Dio in questo viaggio sconosciuto e insidioso (prima Lettura).
Essere svegli, vigilanti, liberi dal proprio io e dalle ricchezze, per farsi un tesoro nei cieli che non marcisce e non può essere rubato. Il tesoro del nostro cuore è il desiderio delle cose di lassù.
Anche noi dobbiamo tenerci pronti, attenti e operosi nel nostro compito-missione da corrispondervi nella fedeltà e coerenza, vivendo in pienezza il nostro tempo, nella fruttuosa attesa e vigilanza amorosa. Questo è il valore e il fine che deve essere dato al nostro tempo. Vigilanza è servire il presente con fedeltà e tendere al futuro con speranza.
Noi siamo solo responsabili e non padroni della nostra Missione-Ministero! La povertà evangelica predicata e richiesta ai Suoi da Gesù, non è disprezzo e non nega il valore dei beni terreni, ma li indica e li trasforma da fine in semplici mezzi, da condividere e distribuire equamente e fraternamente.
Vivere sulla terra, come pellegrini consapevoli della provvisorietà del tempo da vivere nella fede operosa e fondata speranza. Sappiamo che non è facile eseguire i Comandi di Gesù di vendere ciò che possediamo e donarlo in elemosina per garantirci il tesoro nei cieli!
Tutto è possibile, però, se ci riconosciamo Suo popolo, liberato dalla schiavitù e dalla morte (prima Lettura), pecore del Suo piccolo gregge, al quale il Padre ha voluto‘dare il Regno’, gregge che Egli cura, protegge, guida, non abbandona mai e salva.
La Fede e la Speranza: credere e sperare nascono dal dare credito, fiducia, vigilanza, perseveranza e fedeltà. L’attesa del Signore (padrone), nel quale convergono la fede e la speranza, deve essere piena di fiducia, fedeltà, pazienza, operosità, fraternità, vigilanza e, durante questa, mai dobbiamo cedere alla paura, all’ansia e allo stress ed essere sempre in ascolto dei Suoi passi che si avvicinano e del tocco di quelle mani che bussano alla porta che noi subito apriamo, per sentirci dire: ‘servo beato perché ti sei fatto trovare sveglio e fedele ai Miei comandi, vieni e sei messo a capo di tutti i Miei beni ed Io stesso mi metterò a servirti’! Fede è agire e operare nell’oggi nella fedeltà di quanto si attende e non si vede, con la Speranza di vedere ciò che si crede. La Fede, dono che ci fa sperare di vedere ‘ciò che non si vede’,

‘Non temere’, mio due volte piccolo (‘i>pòimnion’ è diminutivo, aggiunto a ‘mikròn’, piccolo, perciò, ‘piccolo gregetto’), perché Dio vi risolleverà dalla vostra piccolezza e vi condurrà e vi guiderà, quale vostro unico Re-Pastore, nel Regno che al Padre vostro ‘è piaciuto dare a voi’ (Lc 12, 32).
Non temere’, piccolo Mio gregge, perché Dio, Padre e Pastore, da sempre, ti ‘ha ben voluto’ e ha stabilito di operare nei tuoi confronti quel capovolgimento inatteso che Maria e i Padri hanno raccontato e cantato, con stupore e meraviglia, nel Magnificat/i> (Lc 1,49-55).
nel V centenario della Sua Canonizzazione, 11 Agosto
2019
S. Francesco, Luce che illumina i Penitenti (Giulio
II)
e traccia le rotte sicure alla Gente di mare (Pio
XII)
AL DI SOPRA DI TUTTO VI SIA LA CARITA',
CHE É IL VINCOLO DELLA PERFEZIONE (COL
3,14)
Ultimo aggiornamento 10/08/2019 - 11:13
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