7a Domenica Ordinaria, 24 Febbraio 2019
L’amore
esige una cura quotidiana vigile e appropriata
affinché elementi laceranti o inquinanti non si
introducano nei suoi circuiti, dilaniando le
relazioni e distruggendo la comunione. L’offesa
ricevuta è il colpo più frequente che minaccia
l’amore e la comunione. A questo ‘infarto’
in atto, il Vangelo prescrive la terapia
intensiva urgente ed efficace del perdono
fraterno incondizionato, che si concretizza
nell’esercizio dell’amore più grande,
iper-dono, anche verso chi ti ha offeso
ed è diventato tuo nemico. Gesù completa e
compie il comandamento dell’amore del prossimo,
che deve includere ed estendersi anche a colui
che ti odia, ti insulta, ti disprezza, ti
calunnia, ti perseguita in tutti i modi. La
prima Lettura, tratta dall’A.T. dove ancora
predomina la ‘legge del taglione’, cioè
della restituzione del torto ricevuto, l’esempio
dell’agire sapienziale e misericordioso di
Davide nei confronti di Saul, che lo sta
perseguitando per ucciderlo, preannuncia il
Vangelo della misericordia: l’amore anche per i
nemici, che si realizza proprio nel perdono
delle offese ricevute. Anche il Salmo ci
fa cantare l’amore e la bontà di Dio, il Quale
non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci
ripaga secondo le nostre colpe, perché Egli è
Padre e nutre sempre pietà e grande tenerezza
per i Suoi figli! Nella seconda Lettura,
Paolo, approfondendo la riflessione sulla Fede
nella Risurrezione, vuole farci capire e
comprendere che, con le sole nostre risorse
umane, non riusciamo a perdonare i nemici e che
bisogna, fin d’ora, essere e vivere da creature
‘celesti’, rinate nel Nuovo Adamo, Gesù
morto e risorto, che ha ‘ripristinato’ in ognuno
di noi ‘l’immagine dell’uomo celeste’.
Gesù, Parola Vivente, oggi, ‘comanda’ a tutti noi, che Egli ha resi figli, a vivere da figli nell’essere misericordiosi verso tutti i fratelli, compresi i nemici, di cui ha riferito nell’ultima Beatitudine (Lc 6,22), perché il Padre di tutti è misericordioso con tutti noi, Suoi figli!
Questo, il Maestro, oggi, ci chiede e ci descrive anche il come essere misericordiosi: non giudicare, non condannare, perdonare e fare sempre del bene a tutti, perfino a chi ti ha fatto e fa del male, non odiarlo, né maledirlo, non disprezzarlo, ma prega affinché si converta e aiutalo, con il tuo amore e perdono, a ‘uscire’ dal suo errore-peccato (Vangelo).
Sull’esempio di Davide, il quale ha la possibilità di vendicarsi e di assassinare, per le mani di Abisai, Saul, che lo stava cercando per ucciderlo, perché egli è consapevole che solo il Signore può ‘rendere a ciascuno secondo la Sua giustizia e la Sua fedeltà’, e mai, perciò, avrebbe alzato le mani sul Suo ‘consacrato’ (prima Lettura).
Da parte sua, Paolo, rispondendo alla domanda su ‘come’ risorgerà il nostro corpo mortale, invita tutti i cristiani a vivere, già qui in terra, la dimensione ‘celeste’ e ‘spirituale’, che Cristo Risorto, ha ricreato in noi, superando, fin d’ora, la nostra dimensione terrena e animale, fragile e incline al peccato (seconda Lettura).
È chiaro che l’amore richiesto da Gesù non si riduce a semplice sentimento di simpatia e di amicizia, ma è amore oblativo e incondizionato, agapè che impegna cuore e volontà. Non basta, infatti, limitarsi a tollerare o a sopportare i fratelli che ci odiano e ci molestano, dobbiamo fare in modo di amarli e perdonarli, affinché possano ravvedersi e lasciarsi, così, convertire dalla loro condotta malvagia e vivere da figli di Dio.
Il Vangelo di Gesù ci chiede di rinunciare ad odiare, maledire, vendicare, disprezzare e fare del male per scegliere il vero stile di vita del cristiano autentico: amare, perdonare, benedire e pregare per tutti, anche per nemici, che ci odiano, ci maledicono e ci fanno del male e ci trattano male. Amiamo il nemico quando riusciamo a perdonare le sue offese, il male che ci ha fatto e che ci vuole fare (prima Lettura).
L’amore per i nemici, per chi ci maledice, ci perseguita, ci calunnia e ci odia è possibile solo se riusciamo a superare
la nostra
dimensione ‘animale’, carnale e
terrena
e ci lasciamo, fin d’ora, assimilare dal nuovo
Adamo, che ci dona lo Spirito di vita che, già
qui in terra, ci fa passare dal nostro essere
animale a quello spirituale e celeste,
anticipazione di ciò che ‘saremo’ in Cristo
Gesù, quando ci farà risorgere in/per/con Lui. (seconda
Lettura).
Ultimo aggiornamento
22/02/2019 - 11:30
