Battesimo del Signore, 12 Gennaio 2020

Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?
Il Padre rivela la missione del Figlio
Questi è il Figlio Mio, l’Amato: in Lui ho posto tutto il Mio compiacimento. Si aprirono per Lui i cieli e, in Lui, per tutti noi! La missione di Gesù, Servo obbediente e sofferente del Signore, è delineata, preannunciata e prefigurata nella prima Lettura: ‘ecco il Mio servo che io sostengo, il Mio Eletto di cui mi sono compiaciuto e ho posto il Mio Spirito su di Lui’. Egli porterà il diritto alle nazioni e alle isole lontane e lo proclamerà con verità (vv 1-4). Il Signore Dio Lo ha formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni: ‘Egli darà la vista ai ciechi, libererà i prigionieri e coloro che abitano nelle tenebre’ (v 6-7). La seconda Lettura assicura che la salvezza non è esclusiva di pochi, ma Dio la offre a tutti gli uomini perché Egli non fa preferenze di persone e non esclude alcuni dal Suo amore misericordioso e paterno.
I Vangeli incominciano
, eccetto Matteo e Luca che lo fanno precedere dai due capitoli cosiddetti ‘Vangeli dell’infanzia’, con il precursore Giovanni che predica un Battesimo di penitenza e conversione e Gesù che va da lui a farsi battezzare. L’evento segna l’inizio della missione ‘pubblica’ e universale di Gesù. La scelta del Giordano è significativa e rivelativa, infatti è il fiume che segna i confini fra le nazioni pagane e idolatre ed Israele. Questo era stato già oltrepassato, milleduecento anni prima, dagli Ebrei per entrare nella terra promessa. Ora è Gesù che si presenta al Battista per dare un inizio ad un nuovo e definitivo esodo universale. Anche il luogo, scelto da Gesù per iniziare ufficialmente la Sua missione pubblica, ha un significato teologico: secondo i geologi questi è il luogo più basso del mondo abitato, a circa 400 metri sotto il livello del mare; il Figlio di Dio scende fino al profondo degli abissi delle nostre miserie per prenderci tra le Sue braccia e farci risalire con Lui di nuovo alla nostra dignità di figli di Dio nostro Padre che dà risposta alla supplica elevata da secoli: ‘dal profondo a Te grido, Signore, ascolta la mia voce’ (Salmo 130, 1-2).
Noi Cristiani,
attraverso il nostro Battesimo, siamo stati consacrati nello Spirito Santo che è stato effuso su di noi per la missione di essere, con e come Gesù, figli e ‘servi di Dio’ a servizio di tutta l’Umanità, destinataria della salvezza universale del Figlio amato e Suo compiacimento e del Suo amore pietoso e ricco di misericordia.
Con il Battesimo
, che non può essere ridotto ad un rito, noi siamo battezzati nella morte e nella risurrezione di Gesù Cristo per rinascere a vita nuova: rinati dall’acqua e dallo Spirito, dobbiamo manifestare e testimoniare il Suo amore. Nel Figlio siamo stati immersi insieme con Lui e siamo rinati a figli mediante Lui e per lo Spirito che ci è stato donato, ora, possiamo veramente chiamare Dio ‘nostro’ Padre. Rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo, siamo stati resi davvero figli nel Figlio e perciò con Lui possiamo rivolgerci ogni giorno dicendo: ‘Padre nostro’! Il battezzato nell’Acqua e nello Spirito, è chiamato ed è mandato a far risplendere nella sua vita la nuova dignità della figliolanza divina e la sua appartenenza al Padre che lo ha reso figlio nell’Unigenito amato e Suo compiacimento!
Egli si mette in fila con tutti i peccatori
e ‘non si vergogna di chiamarli fratelli’ (Eb 2,11) senza escluderne alcuno. I cieli si sono aperti per Lui e per noi! Dio, Padre che in Lui si è compiaciuto, squarcia di nuovo i cieli e manda lo Spirito sul Figlio che lo riverserà su di noi e fa udire la Sua voce per rivelarci la Sua identità di Figlio e la Sua missione, quella di redimerci e farci diventare figli come Lui e per mezzo di Lui!
Se nell’Epifania Gesù
si manifesta come Salvatore-Luce di ogni uomo che viene sulla terra (missione universale di salvezza), nel Battesimo Dio stesso ci svela la Sua identità e quindi la missione: quella di fare di noi nuove creature e figli Suoi!
Il mio Battesimo non è stato solo un rito! È un dono divino che cambia la mia esistenza in una nuova vita, immerso in quella di Cristo morto e risorto (Rm 6,3-4).
Non fare memoria
di questo vuol dire perdere la memoria del dono divino che ho ricevuto: essere stato fatto figlio nel Figlio per vivere da figlio, perché sono diventato una Nuova Creatura e sono stato rivestito di Cristo.

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Ultimo aggiornamento 11/01//2020 - 11:28

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