Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
22a Domenica Ordinaria, 30 Agosto 2020
Come seguire Gesù?
In
un momento di crisi spirituale e smarrimento umano,
causato dal reale rifiuto e generale emarginazione
dei suoi connazionali e dal presunto abbandono e
‘silenzio di Dio’, Geremia vuol mettere fine al suo
rapporto con il suo Signore, vuole rinunciare alla
sua missione e vuole rifarsi una vita tutta sua.
Basta! Sono deluso, mi hai ingannato! ‘Non
credo più a niente e a nessuno!’ Non
voglio essere più Tuo profeta! Proprio, quando
decide di lasciare tutto, ecco un ‘nuovo fuoco
incontenibile’ lo prende, lo domina, gli s’impone e
lo divora nell’intimo (cuore e ossa)! È indomabile
questo ‘fuoco ardente’ della sua Parola nell’intimo
di Geremia, ri-chiamato, ancora una volta, a
confidare ed affidare la sua causa al Signore degli
eserciti. (prima Lettura).
L’Apostolo,
nella seconda Lettura, chiede ai suoi ‘fratelli’ una
vera e propria conversione morale e
cultuale: rinunciare alla mentalità carnale
del mondo per lasciarsi rinnovare da Dio nel proprio
modo di pensare e di agire, e farsi trasformare da
Lui in offerta (sacrificio) santa e perfetta,
rinunciando ai propri ‘idoli’ e cercando di saper
discernere la Sua volontà e i Suoi disegni su di noi
e scegliere e seguire ciò che è buono, cioè, ciò che
a Lui è gradito.
Gesù, nel testo
di oggi, dona il primo annuncio della Sua
passione, morte e risurrezione ai Suoi Discepoli, ai
quali, ora, fa comprendere le ragioni del
silenzio messianico, richiesto loro, e li invita
a voler cominciare finalmente a conoscere fino in
fondo la verità della Sua Messianicità, che
richiede ed esige che chi vuole essere Suo discepolo
si decida a rinunciare a se stesso, a prendere la
croce e a mettersi alla Sua sequela, camminando
fedelmente sulle Sue orme. Queste sono le condizioni
necessarie e insostituibili per chi
vuole davvero essere suo discepolo e non vuole
‘perdere’ la sua vita, ma ritrovarla in Lui. (Vangelo).
‘Perché’ le
chiare condizioni dettate dal maestro, pur
nella loro esigente chiarezza e durezza, sono le
uniche percorribili per poter seguire e essere
discepoli di Gesù? Le Sue parole danno una risposta
esauriente e motivata, attraverso un triplice
‘gàr’ (perché - infatti): ‘perché’, chi
vuole salvare la propria vita, deve viverla e deve
donarla e spenderla per ‘ la Mia causa, che è
il bene di tutti (25a); ‘infatti’, chi la vive per
sé e i suoi interessi, la sciupa e la perde (v 25b),
‘infatti’, a che giova aver accumulato e guadagnato
il mondo intero, se ‘perderà la propria vita? (v 26)
E perché, infine,
la sua vita non gli appartiene, perché gli è
stata donata, infatti, per donarla e spenderla per
gli altri e, perciò, dell’uso che ne fa, dovrà
renderne c
onto
al Figlio dell’Uomo che ‘sta per venire’ (v
27). Dobbiamo tutti superare con Pietro la
difficoltà della visione di un Messia umiliato,
oltraggiato, sconfitto e ucciso, domandandoci il
perché di quella morte e di quella umana sconfitta e
accogliendo l’unica risposta possibile: Egli ha
donato, obbedendo filialmente al
Volere
salvifico
del Padre, la Sua vita solo per amore e per la
salvezza di tutti noi. La Sua vita donata, ha
ridato a noi la vita. Il ‘frutto’ della morte,
dunque, non è la sconfitta, ma la nostra esistenza
di redenti in Cristo crocifisso, Vincitore sul
peccato e sulla morte.
Proprio per questo,
bisogna decidersi con urgenza a rinnegare se
stessi, scrollarsi da dosso ciò che finisce, a
prendere la croce e porsi dietro a Gesù e seguirLo
fedelmente, perché il Figlio dell’Uomo sta per
venire nella gloria del Padre… e allora renderà a
ciascuno secondo le sue azioni’ (v 27).
Il nuovo stile
del nuovo discepolato, tracciato da Gesù per tutti
noi: uscire da se stessi, dalle proprie convinzioni,
abitudini, false certezze e ambigue convinzioni, per
aprirsi alla dimensione dell’essere e del vivere per
gli altri, come Egli, Figlio del Dio Vivente, ci ha
insegnato con le Sue parole e i Suoi fatti: Egli è
vissuto per gli altri ed è morto per tutti!
Ultimo aggiornamento 29/08/2020 - 10:21
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