Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
6a Domenica Ordinaria, 12 2 Febbraio 2023
Non sono venuto ad abolire la legge, ma a dare pieno compimento
La
pienezza della Legge
è nella maggiore
giustizia, fondata
sulla nuova relazione
con Dio, sulla sapienza
della Croce che è
testimoniata dall’amore
fraterno. Novità
assoluta del
Vangelo, rispetto alla
Legge antica, è il cuore
dell’uomo che deve
convertirsi alla
relazione creaturale con
Dio Creatore, che non
può scaturire dalle
pratiche cultuali
esteriori, ma da “una
giustizia più grande”,
fondata nella filiale
nostra relazione con Dio
Padre e nel nostro
consequenziale rapporto
fraterno e amorevole con
gli altri. Davanti a
ciascuno di noi, creati
a immagine di Dio e
chiamati tutti alla
santità e ad essere
immacolati al Suo
cospetto, il Creatore ha
messo il fuoco e
l’acqua, la vita e la
morte, il bene e il
male, e a noi dona la
grazia e la
responsabilità di
scegliere la parte
migliore.
Dio, nel Suo immenso
amore, ci ha voluti e
creati liberi, non
burattini e ci dona la
grazia della Sua legge,
il Figlio che l’ha
compiuta con la Sua vita
e il Suo Vangelo e ci ha
insegnato la vera
libertà che ci fa
scegliere la vita e il
bene e fuggire la morte
e il male, illuminati e
guidati dallo Spirito di
santità e verità.
La
pienezza della Legge
è nella “maggiore
giustizia”, fondata
sulla nuova relazione
con Dio e sull’amore
fraterno. Il cuore
dell’uomo conta davanti
a Dio e non la fredda e
sterile osservanza
esteriore. Pieno
compimento della Legge è
l’Amore (Rm 13,9-10).
Così, Gesù restituisce
il senso pieno ed
autentico alle normative
della Legge antica,
rivelandoci la Sua
pienezza nella relazione
nuova (‘giustizia’) con
Dio che non scaturisce
dalle pratiche esteriori
della Legge, ma è
fondata e motivata
dall’amore che Dio, per
primo, manifesta
all’uomo. Dobbiamo,
dunque, saper cogliere e
realizzare quella
“giustizia maggiore” che
Gesù richiede ai Suoi
discepoli. A questo
proposito ci dice: “la
vostra giustizia”
deve superare ed
essere maggiore di
quella degli Scribi e
dei Farisei!
Il
Maestro, in una
parola, ci chiede “una
giustizia più grande”:
dare, cioè, un senso
nuovo e pieno alla
nostra relazione con Dio
e ai nostri rapporti con
i fratelli. Il
Vangelo, perciò, non
contraddice e non
contrasta l’antica
Alleanza ma la porta a
compimento. La Parola
Vivente, Gesù, oggi, ci
vuole insegnare ad
interpretare
l’Antico Testamento con
il Nuovo ed a
rileggerlo alla luce
del suo definitivo
compimento nella Sua
Persona.
La Prima Lettura
del
Siracide ci
rivela e ci indica che
solo la vera sapienza,
quella che ci è rivelata
dall’ascolto della
Parola di Dio e ci
apre il cuore e illumina
la mente a fare la
scelta giusta tra ciò
che ci è stato posto
davanti: la vita o la
morte, l’acqua o il
fuoco!
Il
Salmo proclama
beato chi cammina nella
legge del Signore,
custodisce e osserva i
Suoi insegnamenti e lo
cerca con tutto il
cuore.
La
Sapienza, che nel
primo Testamento è la
Legge stessa, nel
Vangelo risiede e
scaturisce dalla Croce
di Cristo. Vera,
autentica e “piena
sapienza”, dunque, è
quella di saper leggere,
sotto la guida dello
Spirito Santo, la nostra
vita alla luce del
Crocifisso Risorto. ‘La
Parola della Croce’,
la vera Sapienza di Dio
che ci rivela e ci
introduce nella grazia
del mistero del Suo
amore (seconda
Lettura).
Nel
Vangelo, Gesù ci
offre la grazia di una
“maggiore giustizia”,
cioè, la piena relazione
con Dio, che si realizza
instaurando più giusti e
più corretti rapporti
con gli altri: “più”
rispetto alla vita,
“più” fedeltà al
matrimonio, “più”
attenzione alla verità,
“più” cura alle
relazioni umane, “più”
obbedienza a Dio. La
Sua Legge,
espressione della Sua
Volontà, perciò,
deve essere accolta ed
osservata nella sua
totalità e
finalità, e non può
essere sminuzzata
in una serie di
pedante osservanza
meticolosa, solo
esteriore e
formale! “
Sia, invece, il vostro
parlare: ‘sì, sì’,
‘no,no’; il di più viene
dal Maligno”
(v 37).
Allora, il vostro
parlare, conclude
lapidariamente Gesù,
sia “solo “Sì, Sì”, “No,
No”! Il Sì e il
No delle nostre
labbra deve
corrispondere al
sì e al no
del nostro cuore.
Se è sì, deve
essere sì, e se è
no, deve essere
no. Quanti giri
di parole facciamo
perché gli altri
capiscano male e non
capiscano! Quanti "Ni"
nel nostro modo di parlare
per raggirare,
imbrogliare,
ingannare... Quanta
insincerità, quanta
falsità, quanta slealtà
e quanta ipocrisia, nei
nostri rapporti
quotidiani! Diciamolo
quel Sì, chiaro e
forte, quando deve
essere Sì, e non
solo a parole, ma,
sopratutto, con la vita.
Difendiamo quel no,
quando deve essere detto
e affermato no,
senza tentennamenti,
senza ripensamenti,
senza esitazioni e senza
compromessi! “Si, si”!
“No, no”! vale a dire
chiarezza, richiede
determinazione,
predilige modi diretti!
Ogni altro atteggiamento
diverso o opposto,
rientra a far parte
della lapidaria
conclusione di Gesù: “il
di più viene dal maligno”!.
Ultimo aggiornamento
11/02/2022 - 09:15
Indirizzo email
posta@vivodiparoladidio.it