Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
4a Domenica di Pasqua, 30 Aprile 2023
Io sono la Porta delle Pecore. Se uno entra attraverso di me sarà salvato
Cristo Gesù Porta e
Pastore
Domenica
del Buon Pastore,
Porta delle pecore e
dell’ovile, la vera
Identità e
Missione di Gesù.
Come riconoscere e
distinguere la voce del
vero Buon Pastore da
quella dei mercenari,
dei ladroni e briganti?
Il Vangelo
pone in netta
contrapposizione il
vero buon Pastore e i
falsi pastori, ladri e
briganti: il Primo
entra dalla porta, è
conosciuto dal
guardiano, conosce tutte
le Sue pecore, le chiama
ciascuna per nome, le fa
uscire e le guida con
cura e attenzione,
camminando davanti ad
esse e le conduce al
pascolo migliore, le
difende e le protegge,
fino a dare la vita per
esse, perché “per
questo è venuto perché
abbiano la vita e
l’abbiano in abbondanza”.
I ladri e briganti,
invece, scavalcano il
recinto, preferibilmente
di notte, “per
rubare, uccidere e
distruggere”.
Il Salmo
esprime la nostra piena
fiducia nel Signore
Gesù, il nostro Pastore,
la Guida sicura e
amorevole della nostra
esistenza: Egli nutre
infinito amore per
ciascuno di noi che
vuole condurre
dolcemente a pascoli
erbosi e verdeggianti e
a fresche acque limpide.
Pietro, nella
Prima Lettura
proclama, chiaramente ‘e
a voce alta’,
il cuore dell’Annuncio
Evangelico: “Dio ha
costituito Signore e
Cristo quel Gesù che voi
avete crocifisso”, e
risponde, poi, alla
domanda degli
ascoltatori, toccati dal
suo Discorso - “che
cosa dobbiamo fare,
fratelli?” - con
l’invito urgente a
convertirsi per
adottare, attraverso la
Parola e il Battesimo,
lo stile di vita e le
scelte del Maestro
Risorto, ed essere
“salvati da questa
generazione perversa”.
Nella
Seconda Lettura
ci viene ricordato di
esser stati “erranti
come pecore”, e che,
ora, “siamo stati
ricondotti al
Pastore e Custode
delle nostre anime”,
Cristo Signore, e,
perciò, nelle nostre
sofferenze e
persecuzioni, causate
dall’annuncio del Suo
Vangelo, dobbiamo
imparare a soffrire con
fiducia e pazienza,
insieme con Lui,
imitando e seguendo Lui
che patì per noi, portò
i nostri peccati nel Suo
corpo sul legno della
croce e dalle Sue
piaghe siamo stati
guariti per non
vivere più per il
peccato ma per la Sua
giustizia. Dunque, per
essere e divenire
parte del gregge che
Egli guida, bisogna
sceglierlo come unico
buon Pastore, e questo
richiede l’impegno
coraggioso a seguirlo,
anche, sulle strade
‘impervie’ della
sofferenza per amore,
nell’attesa di
‘seguirlo’, anche, nella
Gloria (seconda
Lettura).
Gesù, Pastore Buono,
guida, cammina avanti le
Sue pecore, le protegge,
e difende e dona la sua
vita per esse! Entra per
la porta ed è la porta
dell’ovile: attraverso
Lui fa uscire e fa
entrare le pecore. Al
contrario il mercenario,
ladro e brigante, al
quale non interessa il
bene delle pecore, pensa
solo a se stesso e tutto
ciò che fa, lo fa solo
per sé! Grande, perciò,
la responsabilità di
coloro che designati
‘pastori’ (ministri e
responsabili) nella
Comunità, la usano e di
essa si servono per i
propri profitti, invece
di porsi al suo servizio
e agire per farla
crescere e maturare
nell’amore, condivisone
e nella comunione!
Cristo Gesù, invece, è
l’unica Porta della
Salvezza, il vero ed
incomparabile Pastore
buono, che ha dato la
vita per la loro vita.
Egli entra dalla porta e
non come il
mercenario-ladro, che vi
entra da un’altra parte.
Conosce tutte le pecore
e il loro nome, dunque,
la loro storia
particolare e le loro
individualità. Cammina
davanti e le conduce al
pascolo, le difende e le
protegge, le riconduce
all’ovile, sazie e
tranquille e, con
attenzione e pre mura,
le fa riposare sicure e
tranquille.
Ultimo aggiornamento
29/04/2023 - 08:14
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