Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

32a Domanica Ordinaria, 12 Novembre 2023

Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora
Ecco lo Sposo! Andiamogli incontro!
Nelle Domeniche che concludono l’Anno liturgico la Parola di Dio ci richiama e ci invita ad accogliere la Parola e a meditare e riflettere sugli avvenimenti escatologici mediante le tre Parabole di Matteo (25,1-13; 25,14-30; 25,31-46): la parabola delle dieci vergini (32a Domenica), la parabola dei talenti (Mt 33a Domenica) e la Solennità di Cristo, Re dell’universo, Re e Giudice che torna, alla fine nella storia, viene a raccogliere tutti coloro che sono trovati degni di prendere parte al Regno.
La Parabola di oggi, quella delle Dieci Vergini, manifesta il Regno di Dio e rivela che è già in mezzo a noi e ci offre un forte appello alla costante conversione, nella vigilanza e pazienza dell’attesa, ad essere sempre svegli e prudenti, continuamente attenti, pronti e disposti a “produrre” nel cuore, ogni giorno, l’olio di amore e di comunione,  indispensabile perché le nostre lampade non si spengano mai nell’attendere il Figlio dell’uomo, Cristo Gesù, che certamente verrà, anche se non sappiamo quando e a quale ora del giorno, perché vuole trovarci tutti svegli e vigilanti, pronti con le lampade costantemente e sempre accese e ardenti di amore, di fede operosa e viva speranza per essere trovati preparati e degni di andarGli incontro con desiderio, entrare con Lui e partecipare alle Sue nozze, prima che la porta sia per sempre chiusa!
Come attendere con sapiente vigilanza la venuta del Signore? Attendere lo sposo con le lanterne accese, vuol dire esaminare ogni giorno la propria coscienza, riordinare la propria esistenza e riconciliare la propria situazione spirituale, riflettendo sul compimento della Storia della Salvezza, per saper vegliare e vigilare nell’attesa prudente e responsabile della venuta dello Sposo, il Figlio dell’uomo, per uscire da noi stessi e andargli incontro, preparati e degni di entrare con Lui e partecipare al banchetto di Nozze eterne (Vangelo).
L’attendere, nella vigilanza e nella responsabilità, lo Sposo, il Figlio dell’uomo, Cristo Gesù, si concretizza nel desiderare, amare e cercare la Sapienza, che “è splendida e non sfiorisce” e che si fa conoscere, prevenendo coloro che la desiderano e la cercano, facendosi trovare “seduta alla sua porta” (Prima Lettura).
Il Salmo, attribuito a Davide, nella sua situazione storica “quando egli dimorava nel deserto di Giuda” (v 1), esprime la grande sete dell’anima che è assetata di Dio! Canta l’ardente desiderio di Dio e dell’anelito profondo a voler fare ritorno ad essere in intimità e comunione con Lui.
L’attesa della venuta del Figlio dell’uomo, nel giorno del compimento, ci richiama e ci apre al nucleo centrale della fede, che fonda la nostra speranza: Cristo è morto e risorto e per mezzo di Lui il Padre resusciterà da morte anche noi, ci radunerà con Lui e anche noi “così per sempre saremo con il Signore”. Da questa Fede nasce la vera Speranza cristiana: quelli che sono morti in Lui, “Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti”. (Seconda Lettura).
Il Messaggio centrale per noi, chiamati e invitati tutti alle Sue nozze è quello di vigilare sempre, non addormentarsi mai, fare riserva di quell’olio di amore e di intimità con il Signore, quell’olio che non si compra né si vende, perché può sgorgare solo dal “frantoio” del nostro cuore, ogni giorno, per alimentare e mantenere accesa la propria lampada e attendere, con amorevole pazienza e fiducia, lo sposo per andargli incontro al grido “Ecco, lo sposo”, entrare con lui a partecipare al suo banchetto nuziale. Nella Parabola, lo scenario è un banchetto di nozze, protagonista unico e assoluto è Cristo, lo sposo, e noi tutti, le dieci vergini, tutti invitati e chiamati ad uscire da noi stessi, a vegliare e attendere, con amore e desiderio, fiduciosi e pazienti, lo Sposo per andargli incontro con le lampade accese di gioia e di speranza.
Nella Bibbia la lampada è il segno della fede, operante nella vigilanza e perseveranza; l’olio nei vasi è manifestazione di ospitalità e intimità, e simbolo messianico del Re-Messia. Nel contesto del Brano di oggi, l’olio è frutto dei retti comportamenti e delle buone opere, compiute nell’amore e nella pazienza perseverante fino all’arrivo dello sposo. Solo chi ha imparato il vero amore, che è non chiedere ma donarsi, sa “sopportare” l’attesa, vivendola nella vigilanza fiduciosa e nella pazienza, qualità degli umili e, quindi, dei forti, come quella di una madre che sa attendere, per nove mesi, con trepidante amore e ardente desiderio, la nascita della creatura che porta in grembo! Anche alle vergini stolte è stato dato, insieme alla capacita di amare, di andare incontro allo sposo con la propria lampada che deve essere alimentata dall’olio del servizio, della fratellanza, delle opere e azioni di giustizia e di pace. Perciò, nella loro stoltezza, sono responsabili del loro ritardo, per andare a comprare olio che non si vende, e del trovare la porta chiusa e del sentirsi amaramente rispondere.
: “In verità, io non vi conosco”.

Fai clic qui per la meditazione integrale dell'Omelia
Ultimo aggiornamento 11/11/2023 - 10:53

Indirizzo email
posta@vivodiparoladidio.it