Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
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5a Domenica di Pasqua, 28 Aprile 2024
Io sono la Vite vera, il Padre mio è l’agricoltore e voi i miei tralci
Rimanete in me ed io in
voi
“Chi rimane in
me, e Io in lui, porta
molto frutto,
perché senza di me non
potete fare nulla”.
Dopo
essersi
auto-presentato e
auto-rivelato (“Io
Sono”) la Porta
delle pecore e il
Pastore kalòs,
vero ed autentico (Gv
10, 7.11.14), oggi, Gesù
si auto-certifica (“Io
Sono”) come vera (alethinè)
vite, presentando il
Padre quale Vignaiolo,
vigile e solerte della
Sua vigna, che la cura,
tagliando i tralci
infruttuosi e potando
quelli già fruttuosi,
perché ne possano
portare di più e di
qualità: “Io sono la
vite vera e il Padre mio
è l’agricoltore.
Gesù è la vite
piantata dal Padre, e i
discepoli sono i tralci
uniti a Lui. Il fine
della vite è quello di
portare frutti,
attraverso i suoi
tralci. Da qui la
necessità assoluta di
tagliare i tralci
infruttuosi (che si sono
seccati, distaccandosi
dalla vite!) e di
potare gli altri
tralci perché diventino
più fruttuosi! Portare
molti (più) frutti,
significa diventare
veri Suoi discepoli: in
questo sarà
glorificato il
Padre.
Dio-Padre,
l’agricoltore-vignaiolo
cura e guarda la sua
vigna con gli occhi
dell’amore e della
speranza: Egli che l’ha
piantata con amore, la
lavora, la
protegge, la
difende, la cura,
la pota e
desidera che porti
frutti. Gesù, il
Figlio, è la vera
vite perché comunica la
Sua vita. Senza di Lui
non possiamo fare niente
di buono, di valido e di
santo. I tralci siamo
noi che, inseriti in
Cristo, vera vite che ci
vivifica, unisce e ci
rende fruttuosi. Solo
l’unione (Comunione)
profonda e vitale con
Lui ci rende fecondi di
frutti di vita e di
salvezza. Senza la Sua
linfa, però, non
possiamo vivere né
portare i frutti sperati
dall’Agricoltore- Dio.
Se ci distacchiamo dalla
vite, secchiamo, saremo
tagliati e buttati a
bruciare nel fuoco.
L’agricoltore, la vigna,
la vite, i tralci.
L’allegoria
della vite è Presa
dall’Antico Testamento
che presenta Dio come il
Proprietario
della Vigna, immagine di
Israele, Suo popolo (cfr
Is 5,1-7; Sal 80).
L’Agricoltore pianta
la scelta e prediletta
Vite, che è il Figlio
Suo, vi innesta i
Suoi tralci, li cura con
la massima attenzione,
li libera dai rami
secchi che taglia; pota
con amore quelli che già
portano frutto, perché
ne portino di più in
qualità e quantità. Il
tralcio non ha vita da
sé e da sé non può
portare frutti! Se si
stacca dalla vite, secca
e muore e, allora,
all’agricoltore non
resta che raccoglierlo e
bruciarlo. Il discepolo
è il tralcio, deve
‘rimanere’ unito alla
vite vera, Gesù, il
Maestro; deve tenere un
rapporto stabile e
profondo con Lui e,
perché la sua vita sia
feconda e ricca di
frutti, deve nutrirsi
continuamente della
linfa vitale della Sua
Parola di verità!
“Io
sono la vite, voi i
tralci”.
Sul
piano personale:
vuole significare la
reciprocità, la
relazione intima e
l’unione permanente del
singolo credente (tralcio)
con Cristo Risorto (vite
vera), “la via,
la verità e la vita”
(gv 14,6). Nella
dimensione comunitaria:
i Cristiani (tralci)
uniti tra di
loro, perché
attaccati e
radicati in Cristo (vera
Vite), sono membra
del Suo Corpo, che è
la Chiesa. Nella
dimensione cristologica:
Cristo (vera vite)
è centro, fonte, anima
della vita del credente
e della Chiesa: senza
di Lui e fuori di
Lui, nulla siamo e nulla
possiamo fare! Noi,
innestati in Cristo,
come i tralci alla vera
Vite, solo se restiamo
uniti a Lui e se saremo
obbedienti alla Sua
Parola, che permette
alla Sua linfa di
circolare in noi,
porteremo frutti di
concordia, di unanimità,
di unità e santità!
Solo la linfa vitale
della Sua Parola e la
forza del Suo Pane ci
fanno vivere e portare
frutti abbondanti.
“Senza
di me non potete fare
nulla”! Il
Vangelo è tutto
qui!
Se vogliamo portare
frutti abbondanti per
gli altri, dunque,
dobbiamo rimanere
collegati alla vera
Vite. Portare frutti per
gli altri, è dare
gloria a Dio e
diventare veri discepoli
di Gesù. Chi non rimane
unito a Lui, inaridisce
inesorabilmente e secca
miseramente, buono solo
per il fuoco! Solo la
comunione personale
di ogni credente con il
Risorto, solo se
ciascun tralcio rimane
nella Vite, solo se ogni
membro rimane
attaccato al Cristo,
nasce e si
edifica la Chiesa,
una e santa,
che è il Suo Corpo,
Uno e
Indivisibile.
Nell’immagine della
vigna è
rappresentato il Popolo
di Dio, in particolare
l’attenzione e l’accento
cadono sul mistero di
comunione e di non
comunione tra i suoi
membri e Cristo. Di
nuovo siamo rinviati
all’amore perché anche
qui, criterio unico per
sapere e conoscere se
c’è comunione tra i
membri e Cristo sono i
frutti di pace e di
santità.
No, non è davvero facile,
fare il tralcio! Eppure
solo se rimaniamo uniti
a Cristo, che è la vite
vera, e accettiamo le
necessarie potature,
perché solo allora
vivremo e porteremo
frutti abbondanti di
fede e di amore, di
gioia piena e di pace
universale e duratura.
Ultimo aggiornamento 27/04/2024 - 09:54
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