Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

AVVISO! É stata pubblicata l' Omelia del 1 Novembre 2023
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5a Domenica di Pasqua, 28 Aprile 2024

Io sono la Vite vera, il Padre mio è l’agricoltore e voi i miei tralci
Rimanete in me ed io in voi
Chi rimane in me, e Io in lui, porta molto frutto,
 perché senza di me non potete fare nulla
”.

Dopo essersi auto-presentato e auto-rivelato (“Io Sono”) la Porta delle pecore e il Pastore kalòs, vero ed autentico (Gv 10, 7.11.14), oggi, Gesù si auto-certifica (“Io Sono”) come vera (alethinè) vite, presentando il Padre quale Vignaiolo, vigile e solerte della Sua vigna, che la cura, tagliando i tralci infruttuosi e potando quelli già fruttuosi, perché ne possano portare di più e di qualità: “Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Gesù è la vite piantata dal Padre, e i discepoli sono i tralci uniti a Lui. Il fine della vite è quello di portare frutti, attraverso i suoi tralci. Da qui la necessità assoluta di tagliare i tralci infruttuosi (che si sono seccati, distaccandosi dalla vite!) e di potare gli altri tralci perché diventino più fruttuosi! Portare molti (più) frutti, significa diventare veri Suoi discepoli: in questo sarà glorificato il Padre.
Dio-Padre, l’agricoltore-vignaiolo
cura e guarda la sua vigna con gli occhi dell’amore e della speranza: Egli che l’ha piantata con amore, la lavora, la protegge, la difende, la cura, la pota e desidera che porti frutti. Gesù, il Figlio, è la vera vite perché comunica la Sua vita. Senza di Lui non possiamo fare niente di buono, di valido e di santo. I tralci siamo noi che, inseriti in Cristo, vera vite che ci vivifica, unisce e ci rende fruttuosi. Solo l’unione (Comunione) profonda e vitale con Lui ci rende fecondi di frutti di vita e di salvezza.  Senza la Sua linfa, però, non possiamo vivere né portare i frutti sperati dall’Agricoltore- Dio. Se ci distacchiamo dalla vite, secchiamo, saremo tagliati e buttati a bruciare nel fuoco.
L’agricoltore, la vigna, la vite, i tralci. L’allegoria della vite è Presa dall’Antico Testamento che presenta Dio come il Proprietario della Vigna, immagine di Israele, Suo popolo (cfr Is 5,1-7; Sal 80). L’Agricoltore pianta la scelta e prediletta Vite, che è il Figlio Suo, vi innesta i Suoi tralci, li cura con la massima attenzione, li libera dai rami secchi che taglia; pota con amore quelli che già portano frutto, perché ne portino di più in qualità e quantità. Il tralcio non ha vita da sé e da sé non può portare frutti! Se si stacca dalla vite, secca e muore e, allora, all’agricoltore non resta che raccoglierlo e bruciarlo. Il discepolo è il tralcio, deve ‘rimanere’ unito alla vite vera, Gesù, il Maestro; deve tenere un rapporto stabile e profondo con Lui e, perché la sua vita sia feconda e ricca di frutti, deve nutrirsi continuamente della linfa vitale della Sua Parola di verità!
Io sono la vite, voi i tralci”. Sul piano personale: vuole significare la reciprocità, la relazione intima e l’unione permanente del singolo credente (tralcio) con Cristo Risorto (vite vera), “la via, la verità e la vita” (gv 14,6). Nella dimensione comunitaria: i Cristiani (tralci) uniti tra di loro, perché attaccati e radicati in Cristo (vera Vite), sono membra del Suo Corpo, che è la Chiesa. Nella dimensione cristologica: Cristo (vera vite) è centro, fonte, anima della vita del credente e della Chiesa: senza di Lui e fuori di Lui, nulla siamo e nulla possiamo fare! Noi, innestati in Cristo, come i tralci alla vera Vite, solo se restiamo uniti a Lui e se saremo obbedienti alla Sua Parola, che permette alla Sua linfa di circolare in noi, porteremo frutti di concordia, di unanimità, di unità e santità!  Solo la linfa vitale della Sua Parola e la forza del Suo Pane ci fanno vivere e portare frutti abbondanti.  
Senza di me non potete fare nulla”!  Il Vangelo è tutto qui! Se vogliamo portare frutti abbondanti per gli altri, dunque, dobbiamo rimanere collegati alla vera Vite. Portare frutti per gli altri, è dare gloria a Dio e diventare veri discepoli di Gesù. Chi non rimane unito a Lui, inaridisce inesorabilmente e secca miseramente, buono solo per il fuoco!  Solo la comunione personale di ogni credente con il Risorto, solo se ciascun tralcio rimane nella Vite, solo se ogni membro rimane attaccato al Cristo, nasce e si edifica la Chiesa, una e santa, che è il Suo Corpo, Uno e Indivisibile.
Nell’immagine della vigna è rappresentato il Popolo di Dio, in particolare l’attenzione e l’accento cadono sul mistero di comunione e di non comunione tra i suoi membri e Cristo. Di nuovo siamo rinviati all’amore perché anche qui, criterio unico per sapere e conoscere se c’è comunione tra i membri e Cristo sono i frutti di pace e di santità.
No, non è davvero facile, fare il tralcio! Eppure solo se rimaniamo uniti  a Cristo, che è la vite vera, e accettiamo le necessarie potature, perché solo allora vivremo e porteremo frutti abbondanti di fede e di amore, di gioia piena e di pace universale e duratura.

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Ultimo aggiornamento 27/04/2024 - 09:54

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