Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

5a Domenica Ordinaria, 9 Febbraio 2025

Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti
Ogni vocazione nasce nel dialogo tra due libertà: quella paterna e amorevole di Dio, che chiama, e quella dell’uomo, che si fida della sua Parola e risponde con il suo pronto  “Eccomi!” Dio chiama la Sua creatura all’esistenza e la invita a collaborare al Suo progetto di amore, ma, non si impone: la lascia libera nell’accettare il Suo dono e la vuole responsabile nel dare la sua risposta personale. Infatti, ogni vocazione “è la storia di un ineffabile dialogo tra Dio e l’uomo, tra l’amore di Dio che chiama e la libertà dell’uomo che, nell’amore, risponde a Dio […] ma del tutto prioritario, anzi preveniente e decisivo, è l’intervento libero, gratuito di Dio che chiama. Sua è l’iniziativa di chiamare” (Esortazione Apostolica “Pastores dabo vobis”, 25 marzo, 1992 al n 36, Papa Giovanni Paolo II).
Questo dialogo interpellante, se accolto nella fede, quale risposta grata e riconoscente, attraverso la quale il chiamato si fida e si consegna a Dio, lo porta ad essere collaboratore del Suo disegno di salvezza universale. Dio interpella le Sue creature, dunque, non le costringe, ma attende  una risposta libera e un’assunzione consapevole di responsabilità e gioiosa e pronta disponibilità da parte del prescelto, eletto chiamato, consacrato e inviato-mandato.

La chiamata di Dio e la risposta dell’uomo Isaia,
nella Prima Lettura, ascolta la domanda che Dio, “il tre volte Santo”, pone alla corte celeste, dopo averlo purificato dalla “sua colpa” e “dal suo peccato”, durante la visione nel tempio: “Chi manderò e chi andrà per noi”? E subito, con libertà e fiducia, risponde  con il suo “Eccomi, manda me”.
Nel Vangelo di oggi, Pietro, prima si sente chiedere la sua barca, perché servisse da “cattedra” al Maestro Gesù, e, poi, dopo aver, “sulla Sua Parola”,  gettato di nuovo le reti, che furono tutte piene di pesci, si sente rincuorare e liberare dalla sua “indegnità” ed inadeguatezza dalle Sue parole  “non temere, d’ora in poi sarai pescatore di uomini”!
Isaia
, dunque, non sa resistere a questo Dio, che lo purifica e lo provoca a rispondere alla Sua sconvolgente domanda: “Chi manderò e chi andrà per noi” e, come, Maria, si dispone a compiere la sua missione con fedeltà e fiducia: “Eccomi, manda me!” Pietro, non risponde con parole, ma, nella radicalità di un gesto che cambia il corso della sua esistenza e quella dei suoi soci: “E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e Lo seguirono”! Anche Paolo, nella sua Lettera, parla della sua chiamata e quella degli altri Apostoli, presentandola e descrivendola con queste efficaci parole: “Io non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono  e la sua grazia in me non è stata vana”.
Isaia, davanti a Dio, “tre volte Santo”, Pietro davanti alla signoria di Gesù, si scoprono chi sono veramente: l’uno “un uomo dalle labbra impure”, l’altro “un peccatore” perché hanno percepito la sproporzione tra il mistero della grandezza di Dio e la loro piccolezza umana. Anche Paolo riconosce di essere “un persecutore” e  “un aborto”, reso Apostolo solo per/dalla grazia di Dio, che “in lui non è stata vana”.
Paolo, reso Apostolo per grazia, compie questa sua missione apostolica e proclama e testimonia il Kerigma fondamentale della fede cristiana: Passione, Morte e Risurrezione di Cristo Gesù, Figlio obbediente ed amato, da accogliere  e seguire, con libertà e fedeltà. E’ il Kerygma centrale della Fede cristiana, la Speranza di risorgere con Cristo, il Nucleo Centrale della nostra fede, che dà senso a tutta la nostra vita ed esperienza cristiana.
Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. Le tre Letture rivelano e testimoniano il dinamismo efficace della Parola di Dio, attraversata da un’energia creatrice e trasformante, che ci libera da ogni impurità e da  “tutto” e ci pone, nella libertà e fedeltà, alla sequela di Gesù, aprendoci a nuovi orizzonti di speranza e di vita in Lui e con Lui.
Anche Noi, forse, abbiamo sperimentato personalmente momenti bui, sofferenze fisiche, morali e spirituali, malattie inaspettate, amare delusioni,  momenti angoscianti e avvenimenti segnati da rischi e fallimenti, ma, ora, vogliamo fidarci della Parola di Gesù, che ci sostiene e ci conforta, crediamola ed eseguiamola con fiducia, e prendiamo speranzosi il largo, gettiamo le reti secondo la Sua Parola, e le nostre reti vuote saranno tutte ripiene del suo amore che ci purificherà e, nella libertà, ci attirerà a Sé distaccandoci da “tutto” per seguirlo nella fedeltà e per “rimanere” per sempre con Lui
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Ultimo aggiornamento 08/02/2025 - 17:35

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