Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

5a Domenica di Pasqua, 18 Maggio 2025

Vi do un Comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi
Il Dono - testamento del “Nuovo Comandamento”, che Gesù consegna e affida ai Suoi discepoli, di ieri di oggi, può essere compreso ed eseguito solo se siamo disposti ad imitare “il modo”, con cui Egli ci ha amato:  con amore totale e smisurato, fino a donare Se stesso. È questo amore infinito che deve animarci e spingerci, oltre ogni frontiera e barriera, ad annunciare e a testimoniare il Suo Vangelo.
Gesù, nell’Ultima Cena
, dopo aver lavato i piedi ai Suoi e aver tentato, ancora una volta, di convertire Giuda, che ha deciso di venderLo e di tradirLo, offrendogli “il boccone” del perdono, lascia e consegna loro, come testamento e programma di vita, il dono di “un comandamento nuovo”: “Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri”.
Dove sta la novità?
Che cosa c’è di veramente “nuovo” nell’invito di Gesù ai Suoi? Determinante ed innovativo è proprio quel “come Io vi ho amato”, che dà la dimensione effettiva ed efficace di quest’amore oblativo e sacrificale, che fa “nuove tutte le cose”. Si rende, ora, necessario il contributo filologico. In greco, due aggettivi diversi esprimono il "nuovo": néos, indica novità cronologica, mentre  kainòs è novità qualitativa ed efficacemente creativa. Dall’aggettivo kainòs  è espressa la volontà di Dio di fare “nuove tutte le cose”. Nel Vangelo, oggi, Gesù, ci fa dono di un comandamento kainòs, che fa rinascere e ricrea ciò che prima non esisteva e che era semplicemente inimmaginabile senza il Suo esempio e le Sue Parole.
Giovanni precisa che Gesù
non chiede di essere amato, che non chiede un amore umano per Sé e per Suo Padre, ma insiste e afferma che l’amore divino, a noi comunicato, deve diffondersi e raggiungere tutti, attraverso l’amore fraterno nella Comunità dei Suoi discepoli. Amare i fratelli, come li ha amati Lui, è amare Cristo ed è da questa testimonianza fedele e costante, che gli altri potranno riconoscerci Suoi discepoli.
"Come Io ho amato voi"! É una misura senza misura! È l’amore senza riserve, capace di arrivare fino al dono della propria vita! È il certificato di garanzia, che autentica il vero discepolo, si tratta di nuovo amore che ci rinnova! “Nuovo” perché sempre incompiuto e mai totalmente realizzato dai cristiani. “Nuovo” perché è l'unica via per giungere al fine per cui siamo stati creati. “Nuovo” perché si fonda su un "come", unità di misura che attinge all'infinito di Dio. “Nuovo”, infine, perché sta in questa unica possibilità il futuro dell'umanità, rinnovata e ricreata dall’amore.
Il “come” è avverbio qualificativo: non indica solo un confronto, ma anche fonda questo amore oblativo, fino al dono totale di sé. I discepoli, dunque, debbono amarsi come sono stati amati dal loro Maestro, che li ha amati fino in fondo, fino alla prova suprema sull’altare della Croce. "Da questo vi riconosceranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri".
Gesù, dopo aver lavato i piedi ai Suoi
, esempio di umiltà e servizio, e dopo aver donato l’ultimo “boccone” di amore e di amicizia a Giuda, annuncia che è giunta la Sua ora, quella di essere glorificato dal Padre, che è glorificato in Lui. È l’ora di dover fare  ritorno dal Padre, che lo ha mandato a dare la vita per la salvezza del mondo,  e, perciò, consegna loro il dono di “un nuovo comandamento”, quello di amarsi gli uni gli altri, con lo stesso amore totale e incondizionato, con cui il Padre e il Figlio ci hanno amato. Dunque i veri discepoli di Gesù sono coloro che imitano e seguono il Maestro di novità  di amore oblativo e di vita pienamente riuscita.
Paolo, nel suo primo viaggio missionario
, insieme con Barnaba, passa a visitare alcune Comunità cristiane, che aveva fondato e che, ora, sulla strada del ritorno, è felice testimone della “novità” di vita che lo Spirito infonde ed imprime nei nuovi cristiani, convertiti dal paganesimo. Paolo li esorta alla fedeltà senza cedimenti, ricordando loro che è "necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio". La novità di Paolo è la novità del Maestro che propone l'itinerario pasquale: ad lucem per crucem! È questa la novità del Vangelo che va garantita e va fatta conoscere, va testimoniata e va narrata agli altri (Prima Lettura).
Nella seconda Lettura, nella visione apocalittica, la voce potente di Dio stesso, per la prima volta, si fa sentire nel proclamare solennemente : “Ecco io faccio nuove tutte le cose”. Così, fa discendere dal cielo la “nuova Gerusalemme”, la fa “città santa”, l’adorna e la prepara “sposa per lo sposo”, luogo della Sua presenza. Questa Città è santa, perché Dio vi pone “la Sua tenda” perché vuole abitare “con tutti i popoli della terra”, vuole asciugare ogni lacrima dai loro occhi e liberarli dalla morte, dal lutto, dai lamenti e da tutti gli altri affanni!La Parola di Dio crea novità nel cielo, sulla terra, ci ricrea nuove creature, illumina e guida il nostro cammino, asciuga le nostre lacrime, ci rialza e distrugge la morte e ci dona la grazia e la forza per superare ogni tribolazione per entrare nella vita eterna.

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Ultimo aggiornamento 17/05/2025 - 09:10

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