Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

6a Domenica di Pasqua, 25 Maggio 2025

Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la da il mondo, io la do a voi
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre lo amerà e noi verremo e prenderemo dimora presso di lui
Gesù prepara gradualmente i Suoi a vivere la Sua passione e morte, risurrezione e ritorno al Padre, e affida loro la missione da compiere, con la grazia dello Spirito Santo, che Dio dona loro nel Suo nome e che li guiderà a vivere nell’amore e comunione con il Figlio e il Padre, che lo ha mandato, osservando le Sue parole, che sono quelle del Padre che lo ha mandato.
Il Maestro ha già raccomandato caldamente l'amore fraterno fino al dono di Se steso, ora, Egli ricorda che l’amore per la Sua persona, deve essere verificato, dimostrato e testimoniato attraverso la fedele osservanza della Sua Parola, che non è Sua, ma del Padre che lo ha mandato a donare la Sua vita perché tutte le Sue creature fossero riscattate dal Suo sacrificio e salvate dalla Sua obbedienza filiale fino alla morte e alla morte di croce. Questo è il Suo insegnamento: solo se il Suo discepolo ascolterà e metterà in pratica le Sue parole, il Padre e il Figlio “verranno a lui e prenderanno dimora presso di lui”.
Sono le ultime parole che Gesù
consegna ai Suoi discepoli e li rincuora, assicurando loro che non li lascerà soli, perché il Padre, dal Quale è stato mandato e al Quale, ora, ritorna, manderà nel Suo nome, lo Spirito Santo, che ricorderà loro ogni cosa e li guiderà a compiere “tutto ciò che egli ha detto”.
Lo Spirito Santo eserciterà la Sua funzione didattica nell'intimo dei loro cuori, “ricordando” e riattualizzando (zikkeròn) nei discepoli, le parole di Gesù e quanto Egli ha fatto e ha lasciato detto.
Oltre al dono dello Spirito Santo
, Gesù “lascia” e “dona” loro la Sua pace, che non è come quella del mondo, ma scaturisce, paradossalmente, proprio dalla Sua morte e risurrezione e porta a compimento le promesse messianiche.
La relazione con il Risorto
, dunque, passa attraverso l’azione dello Spirito, l’ascolto della sua Parola che, nell’attualizzarla, dimostriamo e testimoniamo il nostro amore e tutta la nostra intima comunione con Gesù, che  è la nostra Pace. È solo lo Spirito Santo può disporre ed aprire i nostri cuori a rendere possibile la Pace e realizzarla tra noi, come compimento di tutte le attese e di tutti i Doni messianici.
Nel Brano della Prima Lettura
, Luca, attraverso la decisone unanime dei componenti il Sinodo di Gerusalemme, riguardo alla circoncisione dei pagani venuti alla fede, vuole affermare che è lo Spirito Santo, dono del Risorto, a guidare la Chiesa – Comunità, nel confronto aperto e schietto, alla verità delle questioni affrontate e a conclusioni unanimi e concordi. L’Autore degli Atti vuole trasmettere l’insegnamento che il confronto, l’unanimità e la concordia sono doni indispensabili per evitare, in seno alla stessa Comunità lacerazioni, contrapposizioni e divisioni, e sono segni efficaci che è lo Spirito Santo a far crescere la Chiesa, a custodirla nell’unità, concordia, unanimità e a condurla alla verità, tutta intera. La Chiesa delle origini, nel suo nascere, sembrava perfettamente unita, in sintonia e concorde in tutto.  Presto, però, si rivela la realtà umana e i primi problemi rischiano di distruggere la piccola comunità: ma lo Spirito guiderà i cuori e le menti dei membri della Comunità, ed, ecco, che proprio da Gerusalemme esce la soluzione e si ritrova unità, concordia, comunione e pace.
La visione apocalittica della Gerusalemme celeste
, “che scende da Dio”, la città dalle dodici porte e posta su dodici solidi “basamenti”, esprime il dato teologico che la Prima e la Nuova Alleanza sono intimamente connesse nella Gerusalemme escatologica: il popolo che Dio ha convocato per il tempo della salvezza è quello fondato sull’esperienza di Israele (le dodici tribù) e sulla missione e testimonianza dei dodici Apostoli. Gerusalemme è la città santa, perché abitata da Dio, città con le molte porte aperte in tutte le direzioni, affinché tutti possano entrarvi, città illuminata dalla gloria di Dio, perché "la sua lampada è l'Agnello". Per questo, Gerusalemme, oltre ad essere la Città santa, anche, la Città della gloria di Dio e della Sua pace!.

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Ultimo aggiornamento 24/05/2025 - 08:17

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