Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

16a Domenica Ordinaria, 20 Luglio 2025

Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno
La Parola di questa Domenica ci presenta la vera essenza della ospitalità che non si riduce soltanto ad un gesto di aiuto e di solidarietà. Accogliamo Gesù e poniamoci in ascolto della Sua Parola con il cuore e l’anima di Maria (Vangelo), con la generosa e devota ospitalità riservata ai “tre uomini” da Abramo, il quale in loro accoglie il “Signore”, dal quale riceve la promessa, umanamente impossibile e naturalmente irrealizzabile, di un figlio (prima lettura). Anche Paolo, nella seconda Lettura, c’invita ad accogliere il mistero nascosto nei secoli ed ora manifestato in Gesù, come egli accoglie e ospita, nella sua carne le sofferenze, le tribolazioni e i patimenti (thlipsis) che gli derivano dal suo servizio e ministero apostolico: li accetta e li vive per amore e in unione con il suo Cristo, per la crescita e in favore della Sua Chiesa, che è il suo Corpo. Per Paolo accogliere Cristo è lasciarsi abitare-ospitare dal Mistero di Dio, nascosto nei secoli e, ora, a noi manifestato in Lui, che ci riconcilia con Dio. Per Paolo, la vera accoglienza di Cristo è partecipare alla Sua passione e compierla in noi. Da oggi, anch’io, nel mio soffrire, sono chiamato a decidere se la mia sofferenza sia cieca, sottomessa alle leggi del male e in balia del caso, oppure, se vi scorgo, nonostante tutto, la mia risposta libera e cosciente, il “sì” della mia adesione di volere completare (realizzare in pienezza) nella “mia carne” la Passione (i patimenti) redentrice del Cristo.
Marta era tutta presa; Maria ascoltava la Sua Parola. Due sorelle, due modi di accogliere e di ospitare.Entrambe accolgono, con sincerità e affetto, l’amico Gesù, incamminato verso Gerusalemme e, in Lui, percepiscono e accolgono, ognuna a suo modo, descrivendo due modi di ospitare: entrambe accolgono Gesù nella loro casa, ma Marta Lo accoglie soltanto per servirgli con cura il pasto, Maria Lo accoglie e Lo ascolta, quale discepola vera e completa! Marta ha accolto Gesù, aprendoGli la casa ed accogliendoLo con cortesia e premura. La sorella Maria non si limita al saluto e al benvenuto in casa nostra, fa silenzio, si pone ai suoi piedi: non vuole perdere neanche una sola sillaba della Sua parola. Ella è la donna che non si lascia imbrigliare dalle cose da fare e le ‘sacrifica’ per cercare e scegliere in ogni momento ciò che vale di più. È una donna che segue una precisa scala di valori e usa la sua libertà con saggezza. Marta, invece, è una donna che s’ingolfa in mille preoccupazioni e finisce col fare tutto in modo approssimativo e superficiale.  Maria, non ha detto che non preparerà da mangiare a Gesù. Ha scelto, solo, la cosa da fare per prima: relazionarsi a Lui. Il pranzo verrà dopo.
Porro unum est necessarium! Marta è agitata non dal “servire”, ma da ansiose preoccupazioni (mérimna) che le occupano il cuore e le provocano “affanni” e “agitazioni” che le provocano disordine interiore (thòrubos) e le impediscono di “servire” con serenità e gioia. È una pre-occupazione-rischio per ogni cristiano! Fa perdere di vista l’essenziale in una distrazione del cuore, ora, dissipato in mille attività, in se stesse anche buone e lodevoli, ma che possono disorientare e disordinare lo stesso servizio, se non è preceduto dall’essenziale ascolto, che lo fonda e lo vivifica e lo rende efficace.
La parte migliore”, scelta da Maria, è il voler capire il senso e il fondamento del proprio vivere che è la ricerca della volontà di Dio, che si rivela solo nell’ascolto attento della Sua Parola. Certo la” parte migliore” non si impone, ma deve essere scelta con libertà e per essere scelta con libertà ed amore deve essere prima capita, e per essere capita, deve essere prima ascoltata, e, per essere ascoltata con efficacia, si deve entrare nell’area del silenzio e della contemplazione! Cosa” buona” è il servire di Marta, dice Gesù, ma cosa “migliore” è certamente l’ascoltare di Maria, che, estasiata ed assetata di Lui, ascoltava e si saziava della Sua Parola. Non si lascia sfuggire l’occasione, unica ed eccezionale, che poteva capitarle! Allora, si ferma e si raccoglie ai Suoi piedi e pende letteralmente dalle Sue labbra: ha scelto, indubbiamente, l’unico modo della vera ospitalità e della vera diakonìa che è quello di ascoltare attentamente prima di agire, di lasciarsi “istruire”, prima di servire, Il “sedersi ai piedi del Signore” è “il meglio”, perché corrisponde alla vera finalità per cui Gesù si è lasciato ospitare dalle sorelle amiche, alle quali, non chiede un’ospitalità qualsiasi, che qualunque locanda potrebbe offrire! Egli vuole essere, prima di tutto, ascoltato! Per questo è venuto a trovarle a casa loro! A questo, solo Maria, fin’ora, ha corrisposto. Per questo Gesù chiede a Marta di decidersi finalmente di mettersi in ascolto anche lei, perché il suo generoso servizio sia fondato sull’ascolto e sia fonte di gioia e di serenità e non più motivo di “agitazione” e di “affanno”.
Dobbiamo scegliere di “sacrificare
” (da sacrum facere) anche le cose buone, per poterci accoccolare ai piedi di Gesù, ascoltare le Sue parole, che ci fanno Suoi familiari e ci pongono in intimità con Lui, che si è lasciato “ospitare”, non tanto per mangiare, ma per “ospitarci” e farci “rimanere” nel Suo amore e nella Sua salvezza.
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Ultimo aggiornamento: 19/07/2025 - 09:36

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