Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
17a Domenica Ordinaria, 27Luglio 2025
Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto
Il Padre Nostro è
l’anima di tutta
la vita cristiana: è
Compendio tutto il
Vangelo (“Breviarium
totius Evangelii”:
Tertulliano). È la
Preghiera che abbraccia
e permea ogni ambito
dell’essere e
dell’esistere cristiano,
che instaura un rapporto
nuovo e confidenziale
tra Dio e l’uomo: quello
di un Padre e di
un figlio. In
questa Preghiera, tutta
l’esistenza è
coinvolta,
riconciliata,
rinnovata e
salvata! I
discepoli
conoscevano tante
formule di preghiere e,
come tutti i pii Ebrei,
pregano più volte al
giorno! Ma, mancava
quello che è necessario
e indispensabile: lo
stile affascinante
che Gesù dimostra di
avere quando da
solo o in compagnia,
si ritira in
comunione e in intimità
con il Padre
Suo! Dunque, Gesù
non insegna una
formula, ma, ci educa,
con le Sue parole e la
Sua testimonianza di
vita, come
pregare e cosa è la
preghiera, indicandoci
l’unica strada giusta,
che conduce, attraverso
Lui e lo Spirito Santo,
alla comunione e al
dialogo con il Padre
Suo e Padre di
tutti noi. Gesù ci ha
insegnato la
Preghiera per
eccellenza, che è il
Programma di vita da Lui
vissuto e che
deve essere vissuto
da tutti i Suoi
discepoli.
La Preghiera che ci
consegna Gesù, è
insieme Dono e
Responsabilità:
Dono che esige
gratitudine e fedeltà;
Responsabilità
che richiede la
nostra adesione, la
nostra concreta risposta
libera e fattiva!
Dunque, il dono
dello Spirito e
l’ascolto sono
indispensabili e
fondamentali per
imparare a pregare
veramente come
Gesù. È lo Spirito, dono
del Padre che introduce
nel dialogo
Padre-figlio e che
permette di poter
“gridare”, con la
totalità della persona
(mente e cuore) e con
sincero e riconoscente
amore filiale “Abbà,
Padre, Papà!” (Mc
14,36; Rm 8,15; Gal
4,6). Nel nostro dialogo
filiale, mediante la
Preghiera per eccellenza
del Padre Nostro,
“chiediamo, con
fiducia”, di voler
santificare il Suo Nome
nella nostra vita; di
voler realizzare il Suo
Regno, fin da questa
terra; che il Padre
provveda il pane
‘necessario’ per i suoi
figli; chiediamo di
partecipare e
collaborare all’Avvento
del Suo Regno;
invochiamo la grazia per
saper sempre perdonare i
fratelli, come Lui ci
perdona; gli chiediamo
di voler essere accanto
a noi nelle prove e
nelle tentazioni e di
farsi nostro baluardo di
difesa e nostro scudo!
(Vangelo). Il ruolo
della preghiera nel
dialogo tra Dio e
Abramo: il credente fa
esperienza, nella
mediazione e attraverso
l’intercessione, della
misericordia e
dell’amore di Dio e si
apre alla lode e
all’azione di grazie che
esprime, appunto nella
preghiera, la speranza
della salvezza (Prima
Lettura). Gesù Cristo ci
ha rivelato il Padre che
ridona la vita ai Suoi
figli, perdonando i
peccati e rendendoci,
per mezzo di Lui,
partecipi della Sua vita
divina (Seconda
Lettura). Gesù ci
insegna che la Preghiera
è conformare la nostra
vita alla volontà
di Dio e liberarla da
petulanza e
verbalismo
(Vangelo); diventa
intercessione solo
se è essenzialmente
dialogo amoroso con Dio
e si apre ai bisogni
degli altri (prima
Lettura), diviene
preziosa occasione di
conversione e di
conformazione a
Cristo nel
riconoscimento del
proprio peccato e, ancor
più, della grazia
di appartenere ed essere
salvati da Lui (seconda
Lettura). Abramo è
solo figura del vero
modello d’intercessione,
che è Gesù, l’unico
Mediatore che ci insegna
a pregare, a chiedere, a
cercare con fiducia
filiale a bussare
al cuore di Dio,
sapendo di poter entrare
nel cuore di un
Padre che non delude mai
i Suoi figli, resi tali
nel Figlio! Gesù, e con
Lui tutta la Parola di
Dio, ci assicura che il
Padre ascolta sempre e
sempre esaudisce coloro
che chiedono, cercano,
bussano e vivono da
figli obbedienti e
riconoscenti, fiduciosi
e rispettosi.
Pregare senza stancarsi
mai! Gesù vuole
educare ad una Preghiera
costante, senza alti
e bassi, fiduciosa
nell’amore gratuito, più
che su i nostri
presunti meriti,
nelle gioie e nei
dolori, coscienti sempre
che ci si rivolge
e si parla con un
Padre su cui poter
sempre contare!
L’insistenza, perciò,
deve dire, solo,
fiducia filiale,
appello alla Sua bontà
paterna, e mai
pretestuoso tentativo
di obbligare Dio ai
nostri capricci e di
volerLo piegare alle
nostre assurde
pretese! Insistenza,
come crescente fiducia e
certezza incrollabile
che al cuore di Dio si
può bussare più di
una volta: sempre!
Noi, infatti, possiamo
anche stancarci di Lui!
Il Padre non riesce mai
a stancarsi di noi! La
Preghiera, che ci ha
insegnato Gesù, dunque,
non si riduce ad una
formula magica da
ripetere all’infinito.
Non è un petulante
dare ordini o
suggerimenti a Dio!
È potenza di Dio
in noi, dialogo e
comunione con
Lui: dice ed instaura
un
a relazione
filiale. La
preghiera è un’arte
che va “imparata”
nell’ascolto che
rende capace di
aprirsi a Dio, che
conduce e
induce a fare
spazio nella propria
vita alla Sua Parola e
alla Sua Presenza.
Inoltre, la Preghiera va
compresa come virtù,
dono che va
invocato dallo Spirito
Santo, con “insistenza”,
sempre e dovunque,
e con perseveranza, “senza
stancarsi mai”. Dio,
infatti, non si stanca
mai di noi, ma, noi,
tante volte, ci
stanchiamo di Lui! La
Preghiera, infine, è
il fondamento della
fede e criterio
di qualsiasi
espressione
autenticamente
religiosa (Mt. 7,21). La
lex orandi ha la
priorità sulla
lex credendi (S.
Prospero d'Aquitania).
Riuniamoci insieme
e, con fiducia,
presentiamoci da figli
al Padre che ci ama. E,
per prima cosa,
rallegriamoci con Lui
per il Suo amore fedele
per noi, facciamo
comunione con Lui e
mettiamoci ad
ascoltarLo, come se
fosse la prima volta,
facendo nostra ogni Sua
Parola e ritenendola
preziosa e
indispensabile per
la nostra preghiera e
pace interiore.
Ultimo aggiornamento: 26/07/2025 - 11:03
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