Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

19a Domenica Ordinaria, 10 Agosto 2025

Dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore
Gesù, con queste parole, ci consegna l’itinerario da seguire nella nostra ricerca giornaliera del “tesoro nascosto”, ci indica la direzione e la strada giusta in questo nostro “viaggio sconosciuto”(Sap 18,3), che deve  essere sempre illuminato dalle “lampade sempre vive e accese” (Lc 12,35) della fede, speranza in  Colui che deve venire e del servizio di amore ai fratelli, con i quali insieme aspettiamo, svegli e vigilanti il Suo glorioso ritorno! Quando il Kyrios verrà e ci troverà “così”, di certo, ci sorprenderà di nuovo: si chinerà e ci onorerà con il servirci il vino nuovo, riservato per berlo “da amici” nel Regno (Gv 15,15). Perciò, “Non temere, piccolo gregge”! Sii vigilante e desto, nell’attesa e fedele nel servizio a te affidato! Cammina, con le lampade accese, all’incontro del Risorto che verrà di nuovo!
La Chiesa, nel mondo, deve sentirsi sempre “un piccolo gregge”, sparuto, impotente da sé, umile e attento all’ascolto della voce del suo Pastore che la guida e la conduce ai pascoli eterni. Sempre distaccata dai beni e dalle potenze di questo mondo, perché non sono queste a darle futuro ed efficacia nella sua missione, ma ricca solo della grazia della presenza del Pastore che ha dato la vita per le Sue pecore, che continua a radunarle, nutrirle, difenderle e proteggerle.. Il suo “cuore” deve battere solo e sempre per il suo Unico Tesoro, Gesù Cristo. Ogni altro “tesoro” conturberà il suo cuore, lo dividerà e lo disperderà!
Tutti i membri di questo gregge piccolo, indifeso davanti al mondo, ma, mai abbandonato dal suo Pastore, sono chiamati a vivere la Sua attesa senza paure, ma sereni e generosi nella carità, operosi nella speranza, saldi nella fede, svegli e vigilanti, con le vesti cinturate ai fianchi, pronti e scattanti per poter camminare, spediti e lesti, incontro al Signore che viene. Nell’attesa del Signore la lampada della nostra fede deve essere sempre accesa, la luce della speranza sempre illuminante e il fuoco della carità sempre ardente.  
Piccolo gregge” è l’espressione che risale allo stesso Gesù storico, nel periodo in cui il gruppo dei discepoli si assottigliava (“Volete andarvene anche voi?” Gv 6:67) e i contrasti con l’autorità aumentavano: Gesù conforta, così, la sua piccola comunità sostenendola e liberandola dallo scoraggiamento. “Piccolo gregge”, e non solo per il numero, ma soprattutto, perché ben conscio della propria limitatezza, fragilità, debolezza e pochezza, ma consapevole di essere amato e guidato da Dio Pastore. Nessun senso di smarrimento o disorientamento, dunque, ma solo vigilanza e fedeltà.
La Prima Lettura fa memoria viva della liberazione dalla schiavitù egizia. In questa memoria, Israele deve ravvivare e mantenere desta la fede nelle promesse del suo Dio, che li ha liberati dalla schiavitù e lo conduce al possesso della Terra promessa. Il breve Testo di oggi sintetizza la tesi dell’Autore del Libro della Sapienza (Capitoli 10-19): Dio interviene per salvare i giusti e sterminare (condannare) i nemici, “gli avversari”, che non vanno intesi in senso politico-militare, ma in riferimento a Dio: gli Egiziani si oppongono ai Suoi disegni, non tanto ad Israele! Questo spiega la dura punizione nei loro confronti: il loro lo sterminio!
Paolo, nella Seconda Lettura, c’insegna che la fede è l’unico fondamento della speranza. Il credente è invitato, attraverso gli esempi esplicitati, ad abbandonare ogni altra forma di sicurezza umana e a credere alle cose che si sperano. La Fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono.La fede ha per oggetto, non un’idea astratta, ma un rapporto profondo e una relazione vitale e religiosa con Dio, che trova la sua concreta espressione nella speranza, capace di permanere, nonostante le molteplici smentite umane. Gli antichi Padri, (Abramo, in modo particolare), “per fede”, perché si sono fidati, ritenendo degno di fiducia Dio, che mantiene le Sue promesse, abbandonarono le loro certezze, le loro sicurezze, le loro ricchezze e, obbedendo a Dio, si sono messi in cammino verso terre (futuro) sconosciute, fidandosi ciecamente di Lui e della Sua Alleanza. Paolo tesse l’elogio della fede dei personaggi dell’A. T., perché la perseveranza dei suoi destinatari sia rafforzata, attraverso la contemplazione di questi grandi testimoni della fede, e faccia superare i pericoli di stanchezza e di sfiducia nel tempo delle persecuzioni. Anche qui, l’attesa del Signore non è orientata al passato ma al futuro e, quindi, è piena di speranza e di fede, che ci rende capaci di essere, anche noi, pellegrini di fede e di speranza.

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Ultimo aggiornamento: 10/08/2025 - 08:40

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