Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
23a Domenica Ordinaria, 7 Settembre 2025
Se uno viene a me e non mi ama più della sua vita, non può essere mio discepolo
La
Parola di Dio,
oggi, proclama la
priorità assoluta del
Regno di Dio e il
radicale primato di
Cristo sopra ogni cosa.
Chi vuole seguirlo e
diventare Suo discepolo,
deve amarlo “più di
quanto ama suo padre,
sua madre, la moglie, i
figli, i fratelli, le
sorelle e perfino la
propria vita”. Il
riferimento alla
“propria vita” non vuol
significare il dover
negare e disprezzare il
valore sacro della vita
personale, come non si
rinnegano e non si
deprezzano i rapporti e
i legami familiari, ma
si fondano e si ordinano
all’assoluta e vitale
priorità del rapporto
con Gesù che si vuole
seguire per divenire ed
essere Suo vero
discepolo, portando la
propria croce dietro di
Lui e rinunciando a
tutti i suoi averi.
La Sequela di Gesù
è scelta radicale,
libera risposta ad
un’elezione superiore e
ad una chiamata divina.
Esige il “portare la
propria croce”
dietro di Lui, in
quanto, per essere Suoi
discepoli, non basta
approvarne soltanto le
idee e ascoltare i Suoi
messaggi, ma, bisogna
accettare e condividere
lo stesso Suo “destino”,
fino ad essere disposti
a donare la propria
vita, come Egli ha
fatto. Per questo Gesù,
da chi si vuole porre
nella Sua sequela, esige
disponibilità assoluta e
un amore prioritario che
si traducono nella
rinuncia a tutto ciò che
appesantisce e ritarda
“andare a Lui” per
“rimanere con Lui”.
La fedeltà al Vangelo
non nasce dalle capacità
umane, ma, è sostenuta
dalla Sapienza di Dio,
invocata, nella Prima
Lettura, come luce
interiore per conoscere
la Sua volontà e forza
operante per metterla in
pratica. Questa Sapienza
di Dio viene affermata
su quella umana da
Paolo, che rimanda a
Filemone Onesimo, prima,
suo “schiavo”, ora, “figlio
suo generato nelle
catene”,
supplicandolo di
accoglierlo “non più
come schiavo” ma
come “fratello
carissimo”,
dichiarando, così, la
parità di dignità
davanti a Dio di tutte
le creature e, per
questa ragione, il vero
cristiano è chiamato ad
eliminare ogni forma di
schiavitù, di
disuguaglianza e di
sfruttamento, per
costruire la fraternità
universale nell’amore e
nella reciproca
accoglienza (Seconda
Lettura).
Il primato di Cristo in
tutto e su tutto
L’unico modo di “andare
a Cristo”,
per seguirLo, è
ripartire dall’ascolto e
dalla comprensione della
Sua Parola, che ci
comanda di rimetterLo al
primo posto e di amarLo
più di ogni altra
persona e, addirittura,
più della nostra vita;
di prendere e portare la
croce ogni giorno dietro
di Lui; di valutare con
discernimento e dosare
le forze e le energie;
di liberarsi da tutto
ciò che impedisce la
sequela fedele e la
condivisione della Sua
vita e del Suo destino,
“rinunciando a tutti
i suoi averi”.
Lasciare tutto
per seguire il Maestro,
nel Vangelo, è atto di
libertà e fonte di gioia
nel dare tutto ai
poveri, i quali non
saranno mai in grado di
ricambiare e
contraccambiare!
Donare tutto, con amore
e libertà, per servire
la crescita e l’avvento
del Regno, per
abbandonarsi solo al
Signore ricco di
misericordia e di bontà.
A tanta gioia che
fiorisce dal
donare i beni, dal
lasciare tutto per
trovare il Tutto, dal
rinunciare a cose per
scegliere Qualcuno,
contraddice la tristezza
assai infelice del
giovane ricco che non
riuscì a liberarsi dai
tanti averi che lo
avevano accecato e
imprigionato: “triste,
se ne andò” si
allontanò per sempre da
Gesù (Mt 19,16-22). Si
tratta, in una parola,
allora, di convertire il
nostro cuore alla vera
Sapienza, quella della
Parola di Gesù che ci fa
“rinunciare per
scegliere di perdere
il poco per
ritrovare il Tutto,
di vendere la
collezione di perle,
ma tutte scadenti, per
acquistare la più
preziosa, la più bella,
l’unica al mondo,
perdere un certo “tipo”
di vita per salvare la
vita vera, la vita
eterna”.
I discepoli veri ed
autentici,
non sono dei masochisti
o sadici rinunciatari,
sono consapevoli,
invece, che ogni taglio,
ogni potatura, ogni
rottura, ogni distacco
non è fine a se stesso:
si taglia, si pota, si
rompe, si rinuncia e si
perde qualcosa per
scegliere Qualcuno. Si
lascia qualcosa
per essere conquistato
da Qualcuno.
Scegliere di Seguire
Gesù non è impresa
facile e da quattro
soldi! Non basta
un po’ di
entusiasmo, un po’
di ammirazione, un
po’ di desiderio,
un po’ di amore! Non
basta un po’ di
tutto, ma, tutto e solo
tutto! Libero da
tutto, pronto a
tutto, capace di
dare tutto, fino a
spendere tutta la
vita! Se nella nostra
esistenza rimettiamo al
primo posto il Signore,
tutti gli altri affetti,
progetti, sogni
vengono ad essere
ri-ordinati, vengono
rimessi al giusto posto
e riacquistano il loro
vero valore, il loro
fine e la loro piena
realizzazione. La
sequela di Gesù non è
certo impossibile, ma
richiede, lucida
coscienza e
consapevolezza piena:
c’è più di una
torre da
costruire e una
guerra da
combattere per vincere!
Gesù, oggi, ci chiede di
seguirLo senza mezze
misure, senza se
e senza ma, senza
incertezze, senza
sguardi all’indietro,
senza legami
disordinati, che possano
rallentare il cammino,
ci chiede la radicalità
di tutte le radicalità:
la Sua Croce.
Ultimo aggiornamento: 06/09/2025 - 09:19
Indirizzo email
posta@vivodiparoladidio.it