Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
Commemorazione di tutti i fedeli defunti, 2 Novembre 2025
Chi Crede nel Figlio ha la Vita Eterna; ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno
La
Celebrazione della
Risurrezione di Cristo
illumina, infatti, tutta
la nostra esistenza, dal
suo inizio al suo
naturale compimento,
colmandola già ora di
speranza e di fiducia di
vita in Dio e per mezzo
del Figlio e nello
Spirito.La Memoria viva
dei nostri Cari, che
sono tornati al Padre, è
per noi, oggi, nella
Domenica, Giorno del
Signore e Pasqua
Settimanale, festosa
Celebrazione della
nostra fede, della
nostra speranza, che non
delude, perché fondata
nella Sua Risurrezione.
La Chiesa, oggi, celebra
con fede, il Mistero
Pasquale, nella certezza
che quanti sono
diventati, con il
Battesimo, membri del
Cristo crocifisso e
risorto, attraverso la
morte, passano con Lui
alla vita senza fine.
(Cfr Rito delle
Esequie, 1). Tutti i
Viventi presso Dio, i
nostri Fratelli e le
nostre Sorelle, sono già
nelle mani del Padre
misericordioso, che
vuole che nessuno di
quanti sono stati
affidati al Figlio vada
perduto (Gv 6, 39),
contemplano il Suo volto
e la loro memoria viva,
riattualizzano in noi il
desiderio ardente ad
essere santi e
immacolati nel nostro
cammino di fede e
pellegrinaggio terreno
verso la patria comune
che ci attende.
Celebriamo, allora,
in novità di vita e di
fede, la Festa dei Santi
e dei Viventi presso
Dio, con lo sguardo
fisso là dov’è la vera
vita, a contemplare
l’immensa moltitudine
dei salvati che lodano
Dio e l’Agnello.
Annunziamo la Tua
morte, Signore,
proclamiamo la Tua
risurrezione,
nell'attesa della Tua
venuta e fino a quando
annunciamo il Padre ci
chiamerà: allora anche
noi, uniti a loro
vivremo in eterno, nella
lode perenne, saremo per
sempre con il Signore (1
Ts 4,17), nella gioia di
nostro Padre. I
nostri cari ‘sono
stati santificati in
Cristo Gesù, chiamati ad
essere santi insieme a
tutti quelli che in ogni
luogo invocano il nome
del Signore nostro Gesù
Cristo, Signore nostro e
loro’ (1 Cor 1,2).
Oggi, non è il giorno
dei morti,
ma giorno glorioso dei
Viventi presso Dio! Non
giorno di lutto, di
tristezza e di nostalgia
amara, di disperazione e
di paura, ma giorno per
riattizzare e ravvivare
la speranza, professare
la fede in Cristo, morto
e risorto per abbattere
definitivamente la morte
e ridonarci la vita!
Giorno di gratitudine a
Dio per averceli dati, i
nostri sempre più “Cari”
e per averli accolti nel
Suo amore!
Andando al Camposanto,
in questi giorni e
durante l’anno, a
“visitare i nostri
Cari”, preghiamo con le
parole di S. Agostino
nella consegna di mamma
Monica nelle mani del
Padre: “Signore non
ti chiedo perché me la
hai tolta ma ti
ringrazio per avermela
data”. La bellezza e
la grandezza del dono
della vita, il suo
valore e il suo senso
pieno lo si può
comprendere se la
guardiamo e la pensiamo
con saggezza dal suo
compimento: la morte
appunto che non è la
fine della vita ma suo
desiderato compimento! ‘Per
me il vivere è Cristo e
il morire un guadagno’
(Fil 1, 21). Noi che
siamo stati battezzati
siamo già stati uniti
alla vittoria di Cristo
sulla morte, per
camminare in una
novità di vita (1
Cor 15,52), con la
nostra morte
corporale portiamo a
termine la nostra
incorporazione a Cristo,
che risorgendo dai morti
ha “distrutto la morte”
(2 Tm 1,10) e veniamo
uniti e resi partecipi
della Sua vittoria sul
peccato e sulla morte
(cfr Rito
dell’’Esequie, n 1).
Gesù Cristo ha vinto la
morte per sempre con il
dono del Suo amore e
della Sua stessa vita,
offerta per noi sulla
croce, per questo, oggi,
non può essere un giorno
di tristezza, ma è festa
di gloriosa e fondata
speranza. “Quando poi
questo corpo mortale
sarà rivestito
d'immortalità, allora
sarà adempiuta la parola
che è scritta: La morte
è stata assorbita nella
vittoria. Dov’è, o
morte, la tua vittoria?
Dov’è, o morte, il tuo
pungiglione?” (1 Cor
15,54-55). La morte,
dunque, è compimento
di un’attesa e
realizzazione di un
vivo desiderio, a lungo
sospirato, di
contemplare il giorno in
cui potremo abitare ed
essere presso il Signore
come Davide: “Una
cosa ho chiesto al
Signore, questa sola io
cerco: abitare nella
casa del Signore tutti i
giorni della mia vita,
per gustare la dolcezza
del Signore” (Sal
26, 4).
In questa Celebrazione
di Vita e Risurrezione,
Noi vogliamo
ricordare con amore e
gratitudine tutti i
nostri Cari, che sono
già viventi in Cristo,
e ci impegniamo a
ri-leggere il
mistero della morte
alla luce della Sua
Risurrezione per
vivere il mistero
della nostra vita
alla luce del Mistero
che celebriamo. Perciò,
oggi, non si commemora
la morte, ma si celebra
la vita! Non si ricorda
l’uomo cadavere,
ma si celebra Cristo
risorto, nella S
ua
portentosa vittoria sul
peccato e sulla morte,
che rende tutti
partecipi della sua
vittoria! Al centro di
questo giorno non sono i
nostri Cari, ma Colui
nelle cui mani li
sappiamo, li vogliamo e
li contempliamo beati,
senza più peccato, né
fragilità, né limiti, né
morte, ma solo e sempre
felici di contemplare il
Padre che li ha creati,
il Figlio che li ha
redenti e lo Spirito che
li ha santificati.
Sono proprio i nostri
Cari,
che noi ricordiamo,
a volerci ricordare che
non siamo stati creati
per rimanere attaccati
alle cose di quaggiù,
che tutto passa, resta
solo l’amore; che anche
la vita terrena è solo
un passaggio brevissimo;
che la nostra patria
non è la terra; che più
che ricordarci di loro,
dobbiamo ricordarci di
noi, perché loro sono
nelle mani di Dio, al
Quale non dobbiamo e non
possiamo suggerire
nulla, ma solo dobbiamo
rispondere, oggi e
sempre, la Sua
Parola che rivela la Sua
volontà da compiere
nella fedeltà e
nella coerenza di
vita per entrare nel
Regno! Cuore della
Celebrazione è il
Mistero Pasquale che
illumina e salva il
mistero dell’uomo!.
Ultimo aggiornamento: 31/10/2025 - 09:53
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