Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
Dedicazione della Basilica Lateranense, 9 Novembre 2025
Non sapete che siete Tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?
La
Celebrazione della
Dedicazione della
Basilica Lateranense
(costruita da papa
Silvestro I, 314-335),
dedicata ai due
Giovanni, il Battista e
l’Evangelista,
Cattedrale di Roma e
Madre di tutte le
Chiese, acquista un
significato particolare
- come è avvenuto per la
Commemorazione dei
fedeli Defunti - per il
fatto che “cade”,
anch’essa, di Domenica,
Giorno del Signore,
deve farci riflettere
sul mistero della
Chiesa, Corpo di Cristo
risorto e animata e
guidata dallo Spirito
Santo. Oggi, celebriamo
Cristo, Capo del Corpo,
che è la Sua Chiesa,
l’unico e vero Tempio
vivente di Dio per mezzo
del quale possiamo
incontrare, conoscere e
adorare il Padre ed
essere resi suoi figli,
redenti e salvati dalla
Sua misericordiosa
volontà di salvezza
universale, che può
compiersi solo in
Cristo, Suo Figlio e Suo
Tempio santo, nella
comunione con Lui,
Pietra viva angolare
dell’Edifico Santo, che
è la Sua persona, alla
quale se vogliamo essere
“tempio di Dio”, ognuno
di noi deve inserirsi
vitalmente alla Sua
Persona e fare comunione
con tutti gli altri
membra.
La Liturgia della
Dedicazione della
Basilica Lateranense,
a questo deve
ricondurci, quali figli
che ascoltano la madre,
a vivere sempre più
inseriti e uniti a
Cristo, Capo del Corpo,
che è la Chiesa, nella
stessa fede, nell’unica
speranza e medesima
carità. Non si tratta,
dunque, di ricordare un
rito o celebrare un
anniversario, ma di
riscoprire la Chiesa
come Popolo di Dio,
Corpo di Cristo, Tempio
dello Spirito e saper
cogliere il significato
profondo del culto
cristiano, il cui
“luogo” non è più un
tempio di pietre, ma il
Corpo di cui Cristo ne
è il Capo, sorgente di
quella fonte da cui
sgorga, quel piccolo
ruscello, che Ezechiele
preannuncia nella
prima Lettura, quel
rigagnolo che, poi, si
accresce fino a
diventare torrente
impetuoso e, poi, fiume
imponente, che
attraversa deserti aridi
e li rende fecondi, fino
a sfociare nel Mar Morto
a restituire la vita
alle sue acque sterili e
mortifere. Certamente
non è l’acqua a rendere
fertile il deserto arido
dei nostri cuori e a
risanarci dalla morte
causata dal nostro
peccato, e ad
abbeverarci dell’acqua
viva che zampilla per la
vita eterna dalla roccia
viva, Cristo Gesù, che
ci fa grazia, rendendoci
“Tempio di Dio”, dove
abita il Suo “Santo
Spirito”, e che, perciò,
“non va distrutto” con
divisioni interne e
falsi insegnamenti
(seconda Lettura).
Gesù “sale” a
Gerusalemme,
si reca subito al Tempio
e ardente di amore per
la casa del Padre, con
grande e determinato
zelo, compie “il gesto
profetico” di Malachia
che aveva annunciato il
“Giorno del Signore”
come la venuta di un
Messaggero, l’Angelo
dell’Alleanza, che entra
nel Tempio e compie la
purificazione dei
figli di Levi (Mal
3,1-3), rende gradite le
offerte al Signore,
testimoniando contro
tutti coloro che
profanano “la casa
del Signore” (Mal
1,10 e 2,3). Compiuto
il gesto di
purificazione, Gesù
ci rivela che il vero ed
unico tempio della
presenza di Dio e del
Suo Santo Spirito è il
Suo Corpo risorto, che
si rende visibile in
ogni battezzato, in Lui
inserito, per formare la
Chiesa di Dio, “tempio
spirituale”, di cui
Cristo risorto è la
“Pietra viva, rigettata
dagli uomini ma scelta e
preziosa davanti a Dio”
(1Pt 2,4-8).
La Liturgia, oggi, ci fa
benedire,
lodare e ringraziare Dio
Padre per il Mistero
della Chiesa, Corpo di
Cristo, del quale tutti
noi siamo membra vive,
perché siamo inseriti in
Lui e tutti a Lui
apparteniamo. Solo
mediante Cristo e
guidati dallo Spirito
Santo, possiamo
relazionarci con Dio
Padre, che ci raggiunge
e salva per mezzo di
Lui.
“Lo
zelo per la tua casa mi
divorerà”
Lo zelo che spinge e
anima Gesù nel compiere
nel tempio il Suo gesto
profetico di
purificazione, non è
mosso e guidato da ira,
né da rabbiosa
impulsività e avventata
violenza, ma solo
rivelazione e
testimonianza del suo
appassionato amore
fedele per il Padre e
verso la Sua “casa di
preghiera”, ora, resa
dai venditori e dai
cambiavalute, “un
mercato”. Con questi
Suoi gesti e queste Sue
parole, Gesù chiede a
ciascuno di noi di
purificare la propria
vita per farne una vera
“casa di preghiera
”
e di comunione con Dio e
con tutti i fratelli,
chiamati a costruirci ed
edificarci, inseriti nel
Suo Corpo, “tempio di
Dio” e “abitazione
santa” del Suo Spirito.
I gesti e le parole di
Gesù,
il suo zelo di amore
appassionato per la
“Casa di Dio”, che non
deve essere ridotta ad
“un mercato” (Gv 2,16b)
e né ad “una spelonca di
ladri” (Mc 11,1717b; Mt
21,13b e Lc 19,46b),
devono purificare anche
il nostro cuore per
restituire a Dio la
centralità e priorità
nella nostra vita, a lui
consacrata e “dedicata”,
quale tempio puro e
santo della Sua gloria.
Amen!
Ultimo aggiornamento: 08/11/2025 - 10:07
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