Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
33a Domenica Ordinaria, 16 Novembre 2025
Cristo Gesù di nuovo verrà, nella Gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo Regno non avrà fine
Nella
penultima Domenica
dell’Anno
Liturgico,
la Parola di Dio ci fa
concentrare sulla
gloriosa Venuta del
Signore, Cristo Gesù,
che, per chi
vive il Tempo
intermedio nella
giustizia e rettitudine,
non può e non deve
generare terrore, paura,
ansia, incertezza e
angoscia, ma, solo gioia
grande, fiducia
completa, affidamento
incondizionato,
gratitudine immensa e
amore riconoscente per
Chi viene a compiere
definitivamente il
Progetto della salvezza
universale. L’attesa,
vigile e perseverante,
della Sua ultima Venuta,
dunque, deve nutrirci di
speranza tra le tante
tribolazioni che la vita
ci riserva, nella
incrollabile fiducia che
il Signore Dio, nella
potenza della Sua
giustizia, che è
misericordia infinita,
ristabilirà ciò che il
nostro peccato di
infedeltà ha deformato,
inquinato, danneggiato e
distrutto.
La prima Lettura
offre un annuncio di
speranza: “Non
perdere mai la speranza
e la fiducia ” nei
momenti di prova e
difficoltà di ogni
genere! Il Salmo
ci fa pregare ‘il
giorno del Signore’
non come qualcosa di
terrificante, ma
come l’inizio della
festa, tanto attesa e
desiderata, dell’avvento
definitivo della
giustizia di Dio. La
seconda Lettura,
ci esorta, nell’attesa
della Sua Venuta,
all’impegno responsabile
ed operoso nel
sostenersi e nutrirsi
con il sudore della
propria fronte, seguendo
e mettendo in pratica
l’insegnamento già
ricevuto: “chi non
vuole lavorare, neppure
mangi”.
In particolare,
vogliamo sottolineare e
sintetizzare i messaggi
che devono tradursi in
impegni efficaci e
perseveranti per
ciascuno di noi e per
tutta la Comunità.
“Con
la vostra perseveranza
salverete la vostra vita”.Nel
Vangelo di oggi, a
quanti si vantavano e si
gloriavano per lo
splendore materiale del
tempio, ornato di ”belle
pietre e di doni votivi”,
Gesù annuncia la sua
distruzione, insieme a
quella di tutta la
città, preannunciando
eventi terribili e
catastrofici, che
segneranno la fine “di
un mondo”, ma, non è “la
fine del mondo” e
promette che non
abbandonerà coloro che
credono, si fidano e si
affidano a Lui, perché “nemmeno
un capello del vostro
capo andrà perduto”.
Non sarà lasciata pietra
su pietra che non sarà
distrutta".
Le Chiese di pietre, le
edifichiamo per dare
gloria a Dio o per
noi stessi? L’autocompiacimento
di aver costruito,
ricostruito, innalzato,
fatto per essere
ricordati e per
non essere dimenticati,
anche questo passa!
Le belle pietre e
i doni votivi, le
nostre chiese con
pitture e quadri famosi,
armoniose
architettonicamente,
pulite e sempre aperte,
ma, sono luoghi
di preghiera, di carità
e di comunione? Non è
stata una “grotta” o un
“ripostiglio” la prima
“casa” del “Dio con
noi”? La nostra
Chiesa è testimonianza
viva dall’amore fraterno
e della comunione tra
noi, scelti ad essere
“pietre vive” del
“tempio vivo di Dio e
dello Spirito Santo”?
Dio non vuole
“cattedrali nel deserto”
fatte di pietre morte!
Egli sceglie il cuore
umile e sincero di ogni
uomo, che lo cerca e lo
vuole accogliere nella
sua vita e si lascia
edificare Suo tempio e
Sua dimora di amore e di
salvezza (Vangelo).
“Sorgerà
per voi il sole di
giustizia”.Il
Giorno del giudizio non
va vissuto con paura
come ricatto, minaccia
di condanna, pericolo
imminente, ma, quale
invito, stimolo ed
esortazione a prendere
la vita sul serio per
essere sempre pronti e
preparati
ad
accogliere il “Giorno
del Signore”, giorno di
giudizio “tremendo” per
“gli empi”, ma, colmo di
gioia e di gloria per “i
giusti” che vivono nel “timore
del Suo nome” (prima
Lettura).
“Chi
non vuole lavorare,
neppure mangi”.Anche
Paolo chiede, ad ogni
battezzato, di vivere,
con responsabilità e
operosità, la vita di
ogni giorno, li invita a
non perdere tempo e non
sciupare energie in una
vita dissoluta e
condotta disordinata,
nell’ozio, nella
disonestà,
nell’indifferenza e nel
disimpegno, e,
ricordando quello che
già aveva insegnato
loro, “chi non vuole
lavorare, neppure mangi”,
ora, li ammonisce, “nel
Signore Gesù Cristo”,
a “non vivere senza
far niente e sempre in
agitazione” e
comanda e “ordina” loro
“di guadagnarsi il
pane lavorando con
tranquillità”
(seconda Lettura).
“Il
Signore giudicherà il
mondo con giustizia”.Il
Salmo invita i veri
credenti a non aver
paura e a non provare
angoscia per la venuta
del Signore perché per
loro sarà la festa che
tanto hanno atteso, il
giorno in cui,
finalmente, sarà
ristabilita la Sua
giustizia
Ultimo aggiornamento: 15/11/2025 - 09:16
Indirizzo email
posta@vivodiparoladidio.it