Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
Gesù Cristo, Re dell'Universo, 23 Novembre 2025
Gesù Cristo, il Re dei Re, Regna dal legno della Croce
“Gesù
Cristo, nostro Signore,
sacrificando Se stesso,
immacolata Vittima di
pace sull’altare della
croce, operò il mistero
dell’umana redenzione e
assoggettate al Suo
potere tutte le
creature, offrì alla
maestà infinita del
Padre, il Regno eterno
ed universale: Regno di
verità e di vita, Regno
di santità e di grazia,
Regno di giustizia, di
amore e di pace”
(Prefazio proprio).
Dalla Croce, Cristo Gesù
regna ed esercita il
potere dell’amore, della
compassione e della
misericordia, non il
potere di giudicare e
condannare! “I capi” che
lo hanno consegnato,
fatto processare
falsamente e condannare
ingiustamente ad una
morte, così, ignominiosa
e infamante, - (“mors
turpissima”, la
definisce Cicerone),
ridicolizzandolo e
insultandolo, invitano
sarcasticamente Gesù
crocifisso a scender
dalla croce e a salvare
se stesso. Anche i
soldati, che sono stati
costretti a
crocifiggerlo, lo
sfidano con sarcasmo a
salvare se stesso per
dare un “segno” che
davvero è il Messia
promesso, “il re di
Israele”. Finanche, uno
dei malfattori
crocifissi con Lui, lo
insulta nella sua
disperazione,
chiedendogli di
dimostrare la sua
divinità nel salvare se
stesso e loro due dalla
morte, ormai certa e
prossima. Ma Gesù non
può cedere a queste
“tentazioni” e non si
sottrae a questa Sua
morte, fonte di
redenzione e causa di
salvezza universale.
Egli è il Re che muore
sulla croce, e per non
far morire i suoi
crocifissori e tutti i
peccatori, offre la Sua
vita per salvarli! Così,
Cristo Gesù sulla croce
manifesta la Sua
messianica e maestosa
regalità di Redentore e
Salvatore del mondo e
testimonia l’amore
misericordioso di Dio
Padre per tutta
l’umanità.
Un re messia, glorioso
e potente, che piace a
tutti e che da tutti è
ricercato, un re
spettacolare, che si fa
vedere e valere è la
tentazione presente,
anche, oggi, nella
Chiesa, quando cerca di
misurare la sua vitalità
e tenta di compiere la
missione con criteri
mondani di successo, di
visibilità, di
spettacolarità,
facendola dipendere
dalla quantità di
gradimento, dallo spazio
dato sui giornali o sui
mezzi di comunicazione.
Il nostro Re, invece, è
“Il Re” che regna dalla
croce, è Re onnipotente
che non vuole salvare
attraverso clamorosi e
spettacolari gesti, ma,
con il dono della Sua
vita che appende ad una
croce, dalla quale non
scende per non lasciare
soffrire e morire, da
soli e senza speranza di
vita nuova, i tanti
crocifissi di ogni
tempo.
La Sua regalità è amore
e il Suo regnare è
servizio!
Egli ama, si dona, muore
per amore e per salvare!
Il Suo trono è una
croce, ha una canna per
scettro, la corona non è
di oro, ma, di spine
pungenti, conficcate
nella carne! Egli non
può essere bellicoso,
perché questo Re non
considera e non giudica
nessuno come nemico! La
Sua lotta è contro il
peccato e da questo
vuole liberare il cuore
dell’uomo perché è il
peccato la radice e la
causa di ogni suo male.
Insieme a quel “popolo
che stava a vedere”
la crocifissione di
Cristo Gesù, innocente,
mite, ingiuriato, deriso
e beffeggiato, anche noi
“osserviamo”,
ascoltiamo e
meditiamo questo
Mistero di morte e di
risurrezione, di
redenzione e di salvezza
universale.
Per Gesù, regnare è
servire,
è consegnare la
propria esistenza, è
perderla per ritrovarla
nel donarla, è lasciarla
appesa alla croce per
salvare altre esistenze
crocifisse! Regnare è
non scendere dalla
croce, ma, restarvi fino
a quando tutti “i
crocifissi”
dall’ingiustizia e
dall’egoismo resteranno
inchiodati a invocare di
essere portati con Lui
nel Suo paradiso. Gesù,
condannato a morte,
insultato, deriso,
provocato, inchiodato,
sofferente, non grida,
non risponde a tante
provocazioni, non
impreca, non condanna!
Prega, si offre,
ascolta, perdona e
chiede al Padre di
perdonarli “perché
non sanno quello che
fanno”! Ci dona la
Sua vita e Sua Madre,
promette al pentito il
paradiso, si affida e
consegna al Padre.Che
dignità, quanta
regalità, questo Re
morente! Non risponde
agli insulti, non si
lascia provocare dagli
scherni, dai gesti
disumani e dalle parole
tentatrici, ma,
afferma e dimostra la
Sua vera vittoria
e maestosa regalità:
“Oggi sarai con me
nel paradiso”! Offre
la salvezza “subito” da
“oggi”, ma, senza
scendere dalla croce!
Prima Lettura: Dio
sceglie, elegge,
unge e consacra il
giovane umile e mite
pastore Davide a
pascere, ora, il gregge
del suo popolo e a
governarlo e guidarlo,
quale capo e re
d’Israele. Il Salmo
responsoriale, che
esprime e canta la gioia
dei pellegrini
nell’entrare, finalm
ente,
nella loro Città e nel
loro Tempio, da
dove sgorga la grazia e
la salvezza del Signore,
che si diffonde in quei
popoli che scelgono di
vivere secondo la Sua
legge e di far parte del
Suo regno di gioia, di
pace, di giustizia e di
misericordia. Nella
seconda Lettura,
Paolo si rivolge ai
cristiani di Colossi,
ricordando loro di
appartenere al Regno del
Figlio di Dio e li
invita ad affidarsi al
Suo potere che
solo può dare senso
alla loro vita, dare
pieno compimento
alla storia, che resta
sempre saldamente nelle
mani e sotto il
dominio amorevole e
misericordioso del
Padre.
È Cristo il mio Re, il
mio unico Signore?
Chi regna nel mio cuore?
L’amore, il perdono e il
servizio o l’odio,
l’invidia, la bramosia
di avere e di apparire?
Chi (o cosa) domina la
mia esistenza? Chi (o
cosa) governa la mia
vita? La mia esistenza
da battezzato
(cristiano) è conforme a
quella del mio Signore e
Salvatore? A Chi (o a
cosa) mi assoggetto? Di
Chi o di cosa sono
prigioniero? A Chi
affido questa mia vita,
perché mi educhi e mi
insegni a dominarmi e
governarmi? La
regalità di Cristo è
amare e il Suo
regnare è servire!
E, allora:
Cristo regni! Sempre!
Amen.
Ultimo aggiornamento: 22/11/2025 - 08:33
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