Quando la fede
diventa gratitudine e amore, lode ed adorazione
Gesù, Maestro, Abbi
Pietà Di Noi!
28a
Domenica Ordinaria, 13 ottobre 2013
Alzati E Và;Sei
Stato Guarito E Salvato
Perché Hai Creduto e obbedito Alla Parola
fede richiesta ed accolta come dono, va
intimamente ravvivata e fedelmente vissuta nella gratitudine e
riconoscenza. Il dono della fede è per tutti, è alla portata di
tutti, ma non è da tutti! I dieci lebbrosi, infatti, sono tutti
consapevoli e coscienti di essere ammalati e tutti chiedono,
accomunati dallo stesso bisogno, pietà a Gesù Maestro! Tutti, poi,
obbediscono con fiducia alla Sua Parola e tutti sono stati
purificati, mentre andavano verso il tempio. Sono stati guariti
tutti e dieci, ma non tutti si aprono alla fede, anche se hanno
‘obbedito’ ed eseguito il comando formale di presentarsi ai
sacerdoti. La differenza è che nove hanno obbedito alla
lettera, uno solo allo Spirito. Obbedire alla lettera,
non vuol dire ancora credere, se non scaturisce dalla gratitudine
che viene dall’amore. La fede, prima che obbedienza, è disponibilità
allo stupore e capacità di lode. La fede, la salvezza e
tutti gli altri doni, Dio li offre a tutti, ma, non tutti
li accolgono!La Fede Si Fa
Gratitudine,
Lode
Ed Adorazione
I d
ue, Naamàn della prima
Lettura e il lebbroso del Vangelo, ‘guariti e
sanati’, riconoscono che non è l’acqua e nemmeno
l’obbedienza formale a possedere virtù miracolose, ma è Dio
e la fede nella Persona di Gesù Cristo che guarisce, risana e
salva. La fede che salva è dono gratuito divino e
non conquista umana. Infine, la fede deve trasformarsi in
riconoscenza e in azione di grazie, “La riconoscenza è la
memoria del cuore” (proverbio africano), è capacità
di ricordare e, pertanto, attitudine a rispondere
all’amore! La gratitudine, infatti, è coscienza di chi si
riconosce debitore e il suo debito di gratitudine non può essere
estinto dal danaro! Nessuno potrà mai pareggiare il dono
ricevuto! Noi, i senza memoria, come i nove ingrati,
continuiamo a vivere come se non fossimo stati mai
ammalati, rigenerati e guariti. (Fai
clic qui per la meditazione integrale dell'Omelia)
Caro Catechista,
Collaboratore, Accompagnatore, Educatore, Testimone, Narratore,
Ti Scrivo
Il Corso di Formazione e di
Aggiornamento, assai ricco ed innovante,
ci pone, ora, davanti alla grave responsabilità proclamata dal
Maestro Gesù: ‘Chi molto ha ricevuto, molto deve dare e chi,
gratuitamente ha ricevuto, con amore gratuito deve dare’! ‘Fare
Catechesi’ - abbiamo insieme scoperto - è rispondere ad una
Chiamata, è annunciare Gesù vivo e il Suo Vangelo, è lavorare
insieme, è formarsi, è crescere nella fede, è santificarsi nella
fedeltà a Dio e all’Uomo. Rispondi, ora, con umiltà e coraggio,
amico mio, a questa Chiamata del Signore, “radicata nel Battesimo
e inserita nella Chiesa” (Cei, La Formazione dei Catechisti, n
11.); Tu sei stato chiamato ad essere “Animatore di Comunità”,
Testimone ‘qualificato’ di Gesù, il ‘Segno’ che Gesù è vivo oggi e
opera ancora (Evangelii Nuntiandi, 46,76). Perciò sii amorevole
accompagnatore che si lascia guidare dallo Spirito all’ascolto
dell’unico Maestro che abita il tuo cuore per incoraggiarti,
sostenerti, accompagnarti e guidarti nel mandato!
(Fai
clic qui leggere il Messaggio integrale del 29 settembre 2013)